Video porno dell’influencer di San Marino, sammarinesi già interrogati a Rimini.. Indagati a migliaia?
Da una parte il Tribunale di San Marino, dall’altra quello di Rimini. Le inchieste incentrate sulla diffusione di alcuni video hard di una nota influencer sammarinese sarebbero ormai due. Una, appunto, aperta nel capoluogo romagnolo e, si presume, incentrata sulla diffusione in Italia fra italiani del video che ha turbato l’intera comunità sammarinese e non solo, l’altro sul Titano, che avanza nel massimo riserbo.
Da quel poco che trapela, però, sembra che in ambedue le procure si sia più o meno delineata la primissima fase della diffusione, con tanto di individuazione del “condividi” originario, ovvero con l’individuazione di un preciso sospetto quale diffusore originario del video.
Non servono condizionali, invece, per svelare alcuni atti già completati dal Pm riminese incaricato dell’indagine, che nei giorni scorsi avrebbe interrogato o ascoltato diversi cittadini sammarinesi in qualità, per ora, di persone informate dei fatti ma con posizione giudiziaria in -diciamo- “evoluzione”. Alcuni -e torniamo ai condizionali- potrebbero vedere la loro posizione di “teste” mutare in “indagati” e venire quindi iscritti nel registro apposito.
La diffusione di materiale pornografico “rubato”, del resto, sia in Italia che a San Marino, è un reato punito in maniera esemplare. E ciò porta le procure e i tribuinali a prestare molta attenzione e dedicare energie a questo tipo di indagini che, almeno teoricamente, potrebbe vedere il numero degli indagati aumentare esponenzialmente con il passare dei giorni. Infatti, anche il semplice condividere con altri questo materiale “innocentemente” ricevuto, costituisce un reato grave in ambedue le giurisdizioni.
In merito al luogo di origine dove si sarebbe generata la fuga del video non sembrano esserci più dubbi fra gli investigatori, dai quali comunque non trapela nessuna conferma o smentita in materia. Come svelato a suo tempo, comunque, sembra confermarsi l’ipotesi che a “rubare” e poi diffondere a qualche “amico” quel controverso video, possa essere stato un tecnico di una attività sammarinese, chiamato a riparare il cellulare di una amica della “protagonista” che, nello stesso telefonino, custodiva il “file” ricevuto, mesi e mesi prima, dall’amica che compare, senza veli e senza pudore, nella “pellicola” più famosa della “programmazione” estiva “clandestina” sammarinese…
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e.l.