Vincenzo Salemme, il teatro è in diretta come la vita

‘Il teatro si può fare solo in diretta, perchè questa è la sua essenza, esiste nell’istante in cui si fa. Il teatro registrato in tv non è più teatro, è una cosa da museo, già morta. Anche da lontano lo spettatore sente il fatto che se non partecipa in quel momento non lo farà mai più. E’ il massimo dell’effimero, ed è questo il bello”. Parola di Vincenzo Salemme che lunedì 17 aprile, alle 21.20, su Rai2, porta in scena in diretta dall’Auditorium Domenico Scarlatti della sede Rai di Napoli, “Napoletano? E famme ‘na pizza”: un viaggio negli stereotipi e nei luoghi comuni partenopei più duri a morire.
    “Napoletano? E famme ‘na pizza” è una delle pièce teatrali più viste negli ultimi due anni con 200 mila spettatori e 180 repliche in 25 città. Ogni napoletano che si rispetti deve saper fare le pizze, cantare, essere sempre allegro, devoto a San Gennaro e amare il caffè bollente in tazza rovente e il ragù di mammà. ”Gli stereotipi esistono nella nostra testa e non solo sulla cultura napoletana. C’è un sottile razzismo perchè non vanno catalogati gli altri ma vanno accettati per quello che sono sempre. Dietro le descrizioni buffe c’è un modo di dire: ‘io sono meglio di te’. Se sono declinati col sorriso non sono dannosi ma non bisogna generalizzare perchè così si ferisce un intero popolo che si comporta in modo onesto e per bene”.
    E’ cambiata Napoli? ”E’ cambiata in meglio sicuramente, ma io non ho mai avuto questo problema della delinquenza. Anche quando ero sconosciuto non la vivevo così”.
    ”Per riconquistare gli spettatori, anche al cinema, bisogna tornare a sorprendere. A teatro inciampi continuamente, lo fai fisicamente, lo fai con le parole, col momento che stai vivendo, col dolore che magari hai dentro e lo spettatore lo sente. In 50 anni me ne sono successe di tutti i colori, dal primo spettacolo nel 1993 quando andò via la luce ed improvvisammo un fuori sipario sul fatto che la mia vita era rovinata che ancora si ricordano. Ma era tutto vero”. Per questo secondo Salemme, ”il teatro non può non resistere, è precedente all’umanità, è teatro tutto quello che si vuole esporre e comunicare anche il fiore che si gira verso il sole, è tutto quello che vuole esistere anche solo per un attimo”.
    Diverso per il cinema invece: ”il cinema è legato alla tecnologia, che può diventare obsoleta e allora deve rinascere.
    Forse per questo il cinema è in crisi, da prima della pandemia, ora deve trovare forza di rinascere. Da bambino mi sembrava un sogno, una frase banale ma vera, vivevo isolato in un piccolo paese e lo schermo così grande mi dava vera emozione. Ora deve rinascere nei contenuti, vedi il successo di Supermario, un cartone che probabilmente riesce a dare sensazione a bambini ed adulti con i grandi temi come l’amicizia, la lealtà, l’onestà.
    Zalone è unico come prima lo erano Troisi, Nuti, Pieraccioni.
    Parlo del cinema italiano ovviamente. Bisogna ritrovare questa originalità”.
    E in tv cosa vorrebbe fare Salemme? ”Mi piacerebbe fare un talent, un ciclo di teatro in diretta. Si fanno talent su tutto ma non sul teatro. Non una cosa seriosa ma con leggerezza, anche se stai giocando un ruolo. Insegnare ad esprimersi”. Come spettatore invece l’attore ed autore e regista dice di preferire soprattutto ”le serie, alcune mi appassionano molto, ma la tv la vedo solo la sera, mai di giorno”. Quanto al futuro: ”adesso devo girare un film comico, una commedia, farò solo l’attore, con Max Tortora che non so quando esce. Poi farò una prossima tournee teatrale ma non ne voglio ancora parlare”.
   


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