“Violati i principi di imparzialità”. Scure dell’Agcom contro Damilano

L’Agcom interviene a poche ore dalla bufera sulla puntata de Il Cavallo e la Torre, trasmissione andata in onda il 19 settembre su Rai 3 che ha accolto l’intervista al filosofo francese Bernard Henri Lévy. Fin da subito il centrodestra ha messo in risalto che si è trattata di una “puntata a senso unico” e ha lamentato una violazione di par condicio. In serata l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni si è espressa contro il programma condotto da Marco Damilano su Rai 3.

L’intervento dell’Agcom

L’Agcom ha preso in esame i dati di monitoraggio relativi alla penultima settimana della campagna elettorale dall’11 al 17 settembre. Inoltre ha messo sotto la lente di ingrandimento quanto mandato in onda di recente da Il Cavallo e la Torre: il Consiglio ha esaminato le segnalazioni e “ha ritenuto sussitente, con il voto contrario della Commissaria Giomi, la violazione dei principi di correttezza e imparzialità sanciti dalle disposizioni in materia di par condicio“.

A questo punto alla Rai è stato ordinato di trasmettere un messaggio in apertura della prima puntata utile del programma: il conduttore dovrà comunicare che nella trasmissione del 19 settembre “non sono stati rispettati i principi di pluralismo, obiettività, completezza, correttezza, lealtà ed imparzialità dell’informazione“.

La battaglia politica

Fin da subito la Lega aveva annunciato l’intenzione di presentare un esposto all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni contro il conduttore Damilano. I parlamentari del Carroccio in commissione Vigilanza Rai avevano invitato la presidente Marinella Soldi a palesare il proprio pensiero sulla violazione che ha innescato un “gravissimo danno di immagine“. I leghisti hanno denunciato la presenza di un servizio pubblico “palesemente asservito ad una certa corrente politica“.

Anche Forza Italia aveva fatto sentire la propria voce, con Maurizio Gasparri che aveva sollecitato l’Agcom a intervenire sull’ultima puntata de Il Cavallo e la Torre. Il senatore azzurro, componente della Commissione parlamentare di vigilanza, ha accusato la sinistra televisiva di considerare la Rai “una sua dependance“.

La decisione dell’Agcom probabilmente non verrà gradita dal renziano Michele Anzaldi. Per il deputato di Italia Viva “ci vorrebbe davvero un’enorme faccia di bronzo” a sanzionare Marco Damilano per violazione della par condicio. Il segretario della commissione di Vigilanza Rai ha difeso il conduttore che, a suo giudizio, si sarebbe semplicemente limitato a svolgere il proprio lavoro: “Ha invitato un grande intellettuale di caratura internazionale per parlare delle impressioni dall’estero in vista delle elezioni italiane. Un’eventuale sanzione Agcom contro Damilano sarebbe incomprensibile“. E invece l’Agcom è intervenuta.


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