Violentò donna in ascensore: gup Milano, brutalità e terrore

(ANSA) – MILANO, 29 SET – Nessuna attenuante, anche perché
non contano “le generiche dichiarazioni di scuse e di
risarcimento” presentate con una lettera nel processo, e resta “la brutalità” di quella violenza con la vittima ridotta “ad un ‘automa’” incapace anche “solo di gridare, totalmente
attanagliata dalla paura”. Lo scrive il gup di Milano Tiziana
Gueli nelle motivazioni della sentenza in abbreviato con cui, il
4 luglio, ha condannato a 7 anni e 8 mesi di reclusione il
31enne libico Hamza Sara arrestato dai carabinieri il 12 gennaio
per aver violentato e rapinato, la notte del 21 dicembre 2021,
una donna di 44 anni nell’ascensore che collega il garage al
condominio, nell’hinterland milanese, dove la donna vive, mentre
rientrava a casa dopo aver parcheggiato l’auto.
    Stando alle indagini dell’aggiunto Letizia Mannella e del pm
Rosaria Stagnaro, il 31enne, irregolare in Italia e con molti
alias, ha aggredito la donna sorprendendola al secondo piano
interrato del garage, dove la 44enne aveva appena parcheggiato
la macchina dopo aver salutato un’amica. E’ emerso, scrive il
gup, “chiaramente lo stato di totale paralisi della vittima, in
balia del suo aggressore per lungo tempo a causa delle reiterate
minacce di morte e della paura di essere uccisa”. Vittima che
non aveva “speranza di fuga” e che ancora oggi, come spiega il
giudice, ha “difficoltà a compiere gesti ordinari della vita
quotidiana”. Decisive nelle indagini erano state le telecamere
di sorveglianza e il ‘match’ del Dna.
    Il giudice ha anche disposto che il 31enne, “altamente
pericoloso”, dovrà essere espulso dall’Italia a pena scontata.
    Alla vittima, rappresentata come parte civile dal legale Andrea
Prudenzano, è stata riconosciuta una provvisionale di
risarcimento di 20mila euro. (ANSA).
   


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