A rivelare il caso il quotidiano la Nazione. Tra gli indagati 5 sacerdoti, un frate e il fondatore 73enne della comunità che era stata chiusa a dicembre scorso. La nota del Vescovo che a dicembre aveva a sua volta denunciato quanto a sua conoscenza: “Accuse gravissime che addolorano la comunità”.
Violenza sessuale e violenza sessuale di gruppo sui minori. È l’accusa della procura di Prato per nove religiosi della comunità “Discepoli dell’Annunciazione” soppressa dal Vaticano a dicembre in seguito a una visita canonica. Secondo il quotidiano la Nazione, le presunte vittime degli abusi sono due fratelli, minori all’epoca dei fatti, affidati dai genitori alla comunità. Dalla denuncia di uno di loro è nata l’inchiesta. Gli inquirenti ipotizzano che ci possano essere state altre vittime e si cercano testimonianze. Gli indagati sono 5 sacerdoti, un frate e 3 religiosi. Tra loro c’è anche Don Giglio Giglioli, 73 anni e fondatore della comunità.
La procura di Prato sta indagando insieme alla squadra mobile che nei giorni scorsi ha effettuato anche perquisizioni nei confronti degli indagati e accertamenti nelle tre sedi della comunità, a Prato, ad Aulla (Massa Carrara) e a Calomini, in provincia di Lucca. “Siamo nella fase iniziale delle indagini che si basano solo un dispositivo dichiarativo, non abbiamo certezze e stiamo cercando di approfondire”, ha detto il procuratore Giuseppe Nicolosi in merito all’inchiesta. Da quanto appreso dall’Ansa, l’indagine è scaturita da una relazione dell’ufficio dei servizi sociali del Comune di Prato alla quale poi, a inchiesta aperta, si è aggiunta la querela di un uomo che ha denunciato abusi ai suoi danni e di suo fratello quando entrambi avevano meno di 14 anni.
“La nostra azione – ha detto – è orientata solo alla verità. Ci siamo rivolti all’autorità civile e abbiamo condiviso con loro il lavoro svolto nei mesi precedenti”, ha spiegato il vescovo riferendosi ai documenti trasmessi a dicembre in procura, dove nel frattempo era già partita un’inchiesta. Il procedimento ecclesiastico invece è indirizzato al momento al solo fondatore dell’associazione che a partire dalla metà di gennaio ha ricevuto le carte dell’accusa e ha un mese di tempo per produrre ricorsi. Il vescovo ha infine chiarito che i religiosi che facevano parte dell’associazione, disciolta a dicembre, hanno espresso il desiderio di ritirarsi in unico luogo, di non stare a Prato. “Ho acconsentito, ho chiesto loro di rimanere insieme e di avvisarmi di eventuali spostamenti“, ha detto il vescovo.
La soppressione, voluta dalla Santa Sede, dell’associazione di fedeli ‘Discepoli dell’Annunciazione’ di Prato era stata adottata per “gravi mancanze riguardanti il carisma e lo svolgimento della vita religiosa all’interno della comunità, oltre che dal venir meno degli aderenti”. Lo ricorda in una nota la Diocesi di Prato spiegando che il provvedimento era stato “assunto dalla Congregazione vaticana per la vita religiosa prima e indipendentemente dell’avvio del procedimento penale canonico e delle indagini da parte della Procura pratese”. Il Fatto Quotidiano