Violenze di Capodanno, prima condanna a 5 anni e 10 mesi

Arriva la prima condanna per le aggressioni sessuali di piazza Duomo a Milano nella notte di Capodanno del 2022. La quinta sezione penale ha inflitto 5 anni e 10 mesi di reclusione ad Abdallah Bouguedra, 22 anni e nato a Torino, per violenza sessuale di gruppo per l’episodio più grave ai danni di una 19enne che era in compagnia di un’amica all’angolo con via Mazzini. Dall’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Letizia Mannella e dal pm Alessia Menegazzo e condotta dalla Squadra mobile, era emerso che una decina di ragazze vennero circondate da un “muro umano”, un “branco’” di giovani che le costrinse a subire abusi.

I giudici hanno assolto l’imputato per l’altro reato contestato, l’accusa di rapina, “perchè il fatto non sussiste” e hanno riconosciuto alla 19enne parte civile una provvisionale di risarcimento da 30mila euro. Un risarcimento da 7mila euro è stato riconosciuto sempre a carico dell’imputato a favore del Comune di Milano, parte civile.

“Questa è la giustizia in Italia, il mio non è il primo caso di malagiustizia“. Così, lasciando l’aula della quinta sezione penale del Tribunale di Milano, il 22enne ha commentato la condanna a 5 anni e 10 mesi che gli è stata inflitta oggi. Il giovane ha ribadito, parlando coi cronisti, che lui non faceva “assolutamente” parte del branco di aggressori. “Andremo in appello”, ha aggiunto il suo legale, l’avvocato Giuseppe Boccia.

Nel corso della requisitoria, il pm di Milano Alessia Menegazzo aveva chiesto una condanna a 6 anni di reclusione per Bouguedra, a processo con rito ordinario. “Lui era accanto alle vittime e faceva muro, assieme al branco, mentre la ragazza veniva brutalmente aggredita e violentata sui cocci di bottiglia”. 

L’unica “verità provata con assoluta certezza”, ha spiegato il pm davanti ai giudici della quinta penale, “è che lui era lì mentre le due ragazze venivano toccate, anzi lui era stato il primo ad avvicinarle e poi erano state circondate dal branco, ed era ancora lì mentre una veniva buttata sui cocci di bottiglia, spogliata e subiva le violenze, era accanto alla vittima, ma continua a mentire, tenta di negare con ostinazione, parlando di un errore di persona”. La 19enne subì gli abusi più gravi e violenti di quella notte, all’angolo con via Mazzini, ed è parte civile nel processo.

A carico del 22enne, ha chiarito il pm, c’è l’ormai famoso video, realizzato da una testimone oculare col telefonino, che lo riprende (“aveva le punte dei capelli tinte di biondo”) con addosso gli abiti che poi gli sono stati sequestrati quando fu arrestato. E pure la testimonianza della 19enne: “Ho visto quello con la giacca rossa di fianco a me”, ha dichiarato anche nell’incidente probatorio confermando il riconoscimento di Bouguedra.    

Altri due giovani, il 20enne Abdel Fatah e il 19enne Mahmoud Ibrahim, sono invece a processo con rito abbreviato e per loro la Procura ha chiesto condanne a 4 e 6 anni (sentenza attesa per giovedì prossimo). Per Bouguedra la sentenza potrebbe arrivare già oggi, dopo gli interventi dei legali delle parti civili (quello della 19enne e il legale del Comune di Milano) e della difesa. Nei mesi scorsi erano stati arrestati anche due minorenni e altri 3 maggiorenni.    

L’indagine condotta dalla Squadra mobile milanese ha visto al centro, come ha ricordato il pm Menegazzo, “le brutali aggressioni a giovani donne da parte di un folto gruppo di uomini, mentre si trovavano con i loro amici a festeggiare il capodanno”. Bouguedra, ha spiegato il pm, “con la sua presenza ha incoraggiato il branco, non è stato un mero spettatore, ha aumentato la forza intimidatrice del branco, ha costruito anche col proprio corpo quel muro che ha impedito la fuga delle ragazze e la possibilità di aiuto degli amici, la sua presenza, in pratica, ha annientato e paralizzato la forza di reazione delle vittime”.    

La richiesta di condanna è relativa anche al reato di rapina, perché la 19enne fu costretta a lanciare in aria “cellulare e borsa” verso il “branco” per “tentare di salvarsi”. Il pm ha chiesto, comunque, di concedere al giovane le attenuanti generiche con prevalenza sulle aggravanti per la “sua giovanissima età e per il fatto che è incensurato”. La 19enne, parte civile coi legali Silvia Allai e Carlo Pellegri, chiede nel processo un risarcimento danni non inferiore ai 100mila euro.

La difesa: ‘Non era nel branco’

“Fino a prova contraria non ha commesso il fatto, non è stato provato oltre ogni ragionevole dubbio che lui abbia commesso le condotte contestate e dunque va assolto”. Così l’avvocato Giuseppe Boccia, al termine dell’arringa, ha chiesto l’assoluzione per Bouguedra. Il 22enne “non era nel gruppo dei 30-40 aggressori e la persona offesa può essersi confusa”, ha aggiunto il difensore, parlando anche di un “riconoscimento a carico dell’imputato suggestionato dai media”.

Per l’imputato, ora ai domiciliari, la Procura ha chiesto una condanna a 6 anni e i giudici (presidente del collegio Luisa Savoia) si sono ritirati in Camera di consiglio e usciranno oggi con la sentenza. Il pm Alessia Menegazzo ha ribadito più volte nella sua requisitoria che l’imputato ha mentito nelle indagini e nel processo, sostenendo che non era nel gruppo degli aggressori: “Per lui – ha detto – sarebbe stata la vittima volontariamente a tuffarsi nel gruppo dei 30-40 giovani, una versione offensiva per la vittima”. A suo carico, ha proseguito il pm, ci sono le dichiarazioni “delle due ragazze, dei loro amici, il video della testimone oculare, gli indumenti sequestrati uguali a quelli ripresi nelle immagini e da lui indossati e le intercettazioni”.


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