Mentre è ancora in piedi il casting per il nuovo assessore ai Lavori Pubblici (dopo l’annunciato spacchettamento delle deleghe), la sindaca Virginia Raggi ha deciso di riempire un’altra importante casella vacante dell’amministrazione capitolina facendo scouting nella provincia italiana, e per di più in una delle amministrazioni più orgogliosamente Democrat della Penisola. E’ notizia delle ultime ore, infatti, che il nuovo Ragioniere Generale del Comune di Roma sarà, a meno di clamorosi ripensamenti, tale Luigi Botteghi, attuale direttore delle risorse finanziarie del Comune di Rimini, a salda guida Pd nella persona del sindaco Andrea Gnassi, brillante esponente della new wave degli amministratori locali targati Nazareno.
La richiesta di “comando” da parte del Campidoglio è giunta una settimana fa, dopo che le due amministrazioni cittadine avevano intavolato una sorta di “trattativa” dal sapore calcistico, sulla durata del contratto di Botteghi con il comune di Roma. Inizialmente, la richiesta della sindaca era di avere Botteghi in prova per una manciata di mesi e di riservarsi una decisione definitiva. Alla fine, la giunta della città romagnola ha “svincolato” Botteghi per un anno, al termine del quale il diretto interessato farà sapere alla propria amministazione di provenienza l’intenzione di rimanere o meno al servizio della Capitale.
Questo perché, formalmente, Botteghi resterà una risorsa in forza al comune di Rimini, come spiega all’Huffpost l’assessore al Bilancio della città della Riviera Gian Luca Brasini, che conferma la scelta del Campidoglio: “Dopo un anno – dice Brasini – dovrà decidere, perché non possiamo tenere ingessata per troppo tempo un ruolo così importante”.
Su cosa ha spinto la sindaca della capitale d’Italia a volere fortemente come Ragioniere Generale del Campidoglio un funzionario riminese, non è dato sapere, tanto che i primi ad essere sorpresi della richiesta sono stati gli amministratori riminesi i quali, ovviamente lusingati dall’implicito riconoscimento di efficienza tributatogli dai principali avversari politici, non hanno potuto fare a meno di sottolineare quanto sideralmente arduo possa risultare il compito di coordinare l’impiego delle disastrate risorse capitoline, per chi finora si è mosso tra il comune di Sogliano e l’Università di Urbino. Una scelta che, è fin troppo facile prevederlo, non mancherà di sollevare l’ennesima polemica politica in aula Giulio Cesare.
huffingtonpost.it