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  • Visco: ripresa lenta, fare di più A rischio il target sul debito pubblico

    b50da277707351020c3861149924b5ac-kfVD-U43190226697610Y7C-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443La ripresa in Italia è lenta e servono più investimenti per renderla più veloce e duratura; il contesto economico resta difficile e la disoccupazione troppo alta, tanto che il target del governo di riduzione del debito pubblico nel 2016 potrebbe essere a rischio, mette in guardia il governatore Ignazio Visco nelle Considerazioni finali, che quest’anno per la prima volta sono state lette in un momento diverso dall’assemblea generale della Banca d’Italia, tenuta lo scorso 28 aprile. Ma il Paese è a un punto di svolta sui crediti deteriorati, un problema importante che però non va sovrastimato.

    «Ripresa lenta, servono più investimenti»
    L’uscita dell’Italia dalla recessione è «lenta ed esitante»: su di essa gravano le incognite dell’economia mondiale. Le riforme fatte si muovono nella giusta direzione ma non bastano: occorre fare di più per rilanciare gli investimenti e la produttività delle imprese, costruendo «un sentiero di crescita solido e stabile», sostiene Visco, che coglie l’occasione delle sue Considerazioni finali per lanciare un monito sulla crescita economica: «Si deve, e si può, fare di più». Il numero uno di via Nazionale riconosce la bontà di quanto fatto dal governo soprattutto sul fronte dell’occupazione, aumentata più del previsto grazie agli sgravi contributivi e al Jobs act. Riconosce anche i progressi realizzati dal sistema produttivo e sottolinea anche il ruolo importante giocato dalla politica espansiva della Bce di Draghi, senza la quale il pil sarebbe cresciuto almeno mezzo punto percentuale in meno in tre anni. Ma «per una ripresa più rapida e duratura è necessario il rilancio degli investimenti pubblici mirati, anche in infrastrutture immateriali, a lungo differiti» ed è importante anche «un’ulteriore riduzione del cuneo fiscale gravante sul lavoro», afferma il governatore. Che chiede poi di rafforzare gli incentivi all’innovazione e sostenere i redditi dei più poveri. Se i margini di bilancio sono oggi limitati, è però «possibile programmare l’attuazione di questi interventi su un orizzonte temporale più ampio».

    «La disoccupazione resta troppo alta»
    La domanda di lavoro è tornata a crescere a un ritmo superiore alle attese di un anno fa, e il tasso di disoccupazione dei giovani è sceso per la prima volta dal 2007 di oltre due punti percentuali, ma «la disoccupazione resta però troppo alta», dice il governatore di Bankitalia, sottolineando che il suo «progressivo riassorbimento, essenziale per offrire adeguate condizioni di vita ai cittadini, è necessario anche per riportare l’inflazione su valori in linea con la stabilità dei prezzi».
    «Svolta sui crediti deteriorati»
    La massa dei crediti deteriorati delle banche italiane deve «essere presa in seria considerazione senza sovrastimare però l’entità del problema». È quanto chiede il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, nelle Considerazioni finali, ribadendo come sui crediti, «lascito della lunga e profonda recessione», siamo «a un punto di svolta» e la «tendenza alla normalizzazione sta proseguendo». Il governatore rileva inoltre che la vigilanza europea è «consapevole che la riduzione delle esposizioni deteriorate non potrà che essere graduale».

    «Le banche riducano dipendenti e sportelli»
    Il governatore della Banca d’italia poi si sofferma sulla necessità di ripensare l’organizzazione degli istituti di credito. Le banche italiane devono agire sui «costi, inclusi quelli per il personale agendo su qualità e quantità degli organici», chiede Visco nella sua relazione. Occorre proseguire «nella riduzione degli sportelli» adeguando «il modello basato su una diffusa presenza territoriale». Secondo il governatore «azioni ancora più determinate e tempestive» sui costi «saranno indispensabili» per gli istituti in difficoltà attenuando le «ripercussioni sui dipendenti» grazie alle nuove norme sul fondo di solidarietà.

    «Target sul debito pubblico a rischio»
    Il governatore avverte poi che il target 2016 per il debito pubblico è a rischio. “L’evoluzione del contesto macroeconomico rischia di ostacolare il conseguimento di questo obiettivo (il calo del debito pubblico) nel 2016; uno stretto controllo dei conti pubblici e la realizzazione del programma di privatizzazioni possono consentire di avvicinare il più possibile il rapporto tra debito e prodotto a quanto programmato e garantirne una riduzione significativa nel 2017”, osserva Visco. Il governo vede nel 2016 un calo di 0,3 punti percentuali al 132,4% e una discesa al 130,9% l’anno successivo anche grazie a privatizzazioni pari allo 0,5% annuo del Pil.

    Il rischio Brexit
    «Un eventuale esito negativo del referendum sulla permanenza del Regno unito nell’Unione europea potrebbe creare profonda instabilità», sostiene il governatore.