San Marino, Prg: visione, coraggio, costruzione – Di Maurizio Tamagnini

San Marino ha bisogno di una svolta concreta nella gestione del proprio territorio.
Il Piano Regolatore Generale è fermo da oltre trent’anni, in un’epoca che oggi non esiste più. Nel frattempo il mondo è cambiato, le esigenze della popolazione si sono evolute e le nuove sfide richiedono risposte immediate, strutturate e lungimiranti.

Non possiamo più permetterci ritardi. Serve una visione chiara, un aggiornamento reale e coraggioso, costruito su criteri trasparenti, obiettivi concreti e un’idea di sviluppo moderna. Basta con la burocrazia che rallenta ogni passo e con vincoli superati che bloccano la crescita. Le regole devono essere strumenti di progresso, non barriere. E’ Necessario promuovere il recupero del patrimonio edilizio, incentivare soluzioni innovative e garantire infrastrutture adeguate. Solo così San Marino potrà diventare un modello di sviluppo intelligente, ordinato e sostenibile.

La sicurezza del territorio non può essere oggetto di compromesso. Frane, cedimenti e dissesto idrogeologico non possono essere affrontati con interventi d’urgenza quando il danno è ormai fatto. Serve prevenzione, monitoraggio costante e una pianificazione seria. Le pareti rocciose e le zone a rischio devono essere controllate con strumenti e tecnologiche all’altezza, perché ogni giorno perso può diventare un rischio concreto. Lo stesso vale per le strade, ponti, infrastrutture: manutenzione programmata e gestione strategica devono diventare la norma.

Un territorio sicuro è la base di tutto. Senza sicurezza, non c’è sviluppo, senza sviluppo, non c’è futuro.

L’accesso alla casa è un’urgenza sociale. Le giovani famiglie non possono aspettare anni per avere un’abitazione, ne essere ostacolate da un mercato rigido e da regole obsolete. Bisogna potenziare l’edilizia sociale con incentivi chiari, snellire le procedure e garantire tempi certi per chi vuole investire. Se vogliamo un Paese dinamico, dobbiamo iniziare da qui: dal diritto concreto ad abitare, a mettere radici, a costruire.

L’autonomia idrica è una questione di sicurezza nazionale. L’acqua è una risorsa strategica. Il bacino imbrifero progettato negli anni ’60 deve tornare al centro della pianificazione: autonomia significa resilienza, significa futuro. Serve un piano preciso, con investimenti mirati e tempi definiti.

San Marino non può più vivere di attesa. Il tempo delle promesse è finito. Ora servono scelte. Serve una visione. Serve la volontà di costruire in alto, partendo da basi solide.

Chia ama davvero questo Paese sa che il momento è adesso.

Maurizio Tamagnini