
Accordo raggiunto sul tetto al prezzo al gas in Unione Europea, il cosiddetto “price cap“. Al Consiglio Affari Energia, a quanto si apprende da fonti europee, è stato trovato un accordo politico sul price cap a 180 euro a megawattora. La procedura è passata a maggioranza qualificata, e non all’unanimità, superando il voto contrario dell’Ungheria, che continua a acquistare gas dalla Russia, e l’astensione di Austria e Olanda, per le quali il prezzo era troppo basso.
L’accordo politico apre a una modifica al pacchetto energia della Commissione Europea che riduce di oltre un terzo la proposta iniziale della Commissione Europea, che aveva inizialmente avanzato 275 euro per MWh. Il piano
La modifica incorpora molte delle richieste del blocco di quindici Paesi, capitanato dall’Italia, che aveva proposto di rivedere l’accordo. “Il Consiglio Energia ha approvato il tetto al prezzo del gas: è la vittoria dei cittadini italiani ed europei che chiedono sicurezza energetica. La vittoria dell’Italia che ha creduto e lavorato per raggiungere questo accordo”, scrive in un tweet il Ministro per l’Ambiente e la sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin.
Come avevamo spiegato su Inside Over, infatti, la proposta della Commissione appariva più un assist a Paesi come l’Olanda, per far indorare a L’Aja la pillola del price cap, e alla Germania, che non voleva agitare troppo il mercato Ttf, che un piano di respiro europeo. Il piano prevedeva un’attivazione del price cap al superamento dei 275 euro al megawattora al Ttf di Amsterdam nel mercato dei futures per l’oro blu in consegna a un mese, per la precisione, a patto che il prezzo si fosse mantenuto sopra quella quota per due settimane e per dieci giorni sia stato di almeno 58 euro al MWh superiore quello del mercato spot del gas naturale liquefatto. Un meccanismo complesso a cui l’Italia proponeva un abbassamento del benchmark.
E così è stato. Cala il prezzo del price cap e quelli del meccanismo di attivazione. Il differenziale del prezzo al Ttf con gli indici di riferimento globali viene fissato a 35 euro. I giorni necessari – in cui il prezzo deve superare i 180 euro a megawattora – perché scatti il meccanismo di correzione saranno tre. Il tetto ora è molto più applicabile: con le vecchie regole non sarebbe partito neanche durante il boom di agosto. Anche la Germania, dopo lunghe trattative, ha dato la sua approvazione, dando semaforo verde al piano italiano e rompendo il fronte rigorista.
Non c’è stato alcun voto formale sul price cap al gas e quindi sul pacchetto della Commissione sull’energia: la conta ha avuto valenza politica, con la maggioranza qualificata. Ora sarà necessaria attivare in sede Commissione e Consiglio Europeo la procedura scritta per formalizzare il pacchetto. Decisiva, come nella promozione dell’accordo, sarà il ruolo della presidenza ceca dell’Ue, che ha mediato l’accordo trovato a Bruxelles. Il premier ceco Petr Fiala è, come Giorgia Meloni, nei Conservatori e Riformisti Europei e il price cap sul gas al centro del recente incontro tra i leader al Consiglio Europeo. Tra le riunioni chiave per aprire a questo accordo.
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