La vicenda dell’inchiesta Eni-Nigeria, che ha visto assolti, dai giudici, i vertici di Eni e messi sotto accusa i Pm dell’accusa, De Pascale e Spadaro dice tutto sui “credenti” di Mani Pulite, su una certa politica italiana, di destra e di sinistra( ma più di sinistra che di destra), che si è sottomessa alle procure o che le utilizza per abbattere il nemico, sulla “cultura” giuridica e democratica di una certa magistratura. E del paese tutto.
Perché?
Ecco:
1. i giudici hanno affermato che De Pascale non doveva “dimenticare” le prove a discolpa degli imputati. Non deve! È reato! Per principio costituzionale e per norme del codice di procedura penale. Il Pm ha la stessa carriera del giudice perché deve, deve, cercare la prova anche a favore dell’imputato. Figuriamoci “dimenticarsela”. Da Mani Pulite in poi i Pm hanno sofferto di scarsissima memoria.
2. Per condannare qualcuno occorrono delle prove dicono i giudici. Gia! De Pascale invece mette per iscritto che no! Bastano indizi, sostiene. Perché è difficile cercare delle prove in Nigeria e nei paesi lontani. Non vorrete mica “la pistola fumante” dice, non bisogna cercare la “probazio diabolica”, aggiunge. Ecco, anche questa è storia di Mani Pulite, da quando De Pascale lasciava morire in carcere Gabriele Cagliari, senza pistole fumanti, da quando faceva condannare Craxi e Berlusconi, senza permettere a Craxi e Berlusconi di difendersi. Secondo i giudici della Corte di Giustizia Europea.
3. I politici non sono ladri in attesa di essere scoperti. Già! Rito Davigo. Dicono i giudici a De Pascale. Il quale afferma, nell’atto d’accusa che quando il presidente della Nigeria dice che lui vuole l’opera subito, sta dicendo anche che vuole la tangente subito. Perché così fanno i politici, dice De Pascale( che durante Tangentopoli affermo’ che il capitalismo è sporco), dicono che bisogna fare le opere per le tangenti. Eh no! Dicono i giudici. Non funziona così. Ci vogliono prove.
Questa è la cultura non della magistratura tutta, evidentemente, altrimenti non ci sarebbero dei giudici che dicono di no a De Pascale, ma dei magistrati che da Mani Pulite al “sistema” Palamara e ancor oggi, hanno destabilizzato lo stato di diritto e la democrazia in Italia. Con la complicità di una buona parte della stampa, succube e pavida. E di una buona parte del sistema politico. Corrotto intellettualmente, succube e pavido.
Referendum!
Sergio Pizzolante