Volkswagen, l’ex capo è indagato Rischio class action mondiale

RegginiGLI INVESTITORI Usa scendono sul terreno legale contro la Volkswagen, aggravando le grane giudiziarie della società di Wolfsburg, travolta dallo scandalo delle emissioni. La prima causa legale sarebbe già stata intentata in Virginia in rappresentanza di un fondo pensioni del Michigan, che accusa Vw di un piano fraudolento ai danni degli investitori, che hanno acquistato azioni gonfiate dalle menzogne sui test delle emissioni. La nuova grana si va ad aggiungere alle circa 80 class action che sono state già avviate dai consumatori inferociti. Ma anche in Italia e in Europa si profila il rischio di una class action, che secondo il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, «è certamente possibile».
Ricadute legali si annunciano pure per l’ex ad Martin Winterkorn: il Land della Bassa Sassonia, azionista della compagnia con il 12%, lo ha messo sotto inchiesta per frode e truffa, mentre i sindacati hanno preannunciato battaglia contro la buonuscita milionaria.
Si complica così la partita per il nuovo management della prima casa automobilistica europea, che è già estremamente sotto pressione. Da Berlino è partito un ultimatum che obbliga Volkswagen a lavorare giorno e notte per cercare di trovare una soluzione al problema dei software che truccano le emissioni in sede di test di omologazione. La Kba, l’ufficio automobilistico federale tedesco, ha dato tempo fino al 7 ottobre al gruppo di Wolfsburg per rispettare i parametri nazionali. Se il termine non venisse rispettato – sostiene la
Bild – la Kba ritirerà il permesso di circolazione. Ma non si vede come sia possibile ripulire entro 10 giorni le vetture diesel del marchio dal marchingegno illegale. Un report Usa parla di un costo di 20 miliardi di dollari, considerando le vetture in giro per States e Unione Europea, senza contare le multe, che potrebbero arrivare fino a 18 miliardi di dollari.

IL MINISTERO dei Trasporti tedesco, intanto, è tornato a sottolineare di non essere mai stato a conoscenza della situazione. Audi, controllata Volkswagen, ha precisato invece che le auto del marchio degli anelli taroccate sono 2,1 milioni nel mondo, sul totale di 11 milioni coinvolte. Altri 1,2 milioni sono Skoda, mentre In Italia Vw ha bloccato – con una lettera riservata ai concessionari – la vendita dei modelli Euro 5, col motore diesel EA 189 sotto accusa. Una «misura precauzionale» in attesa di «fare chiarezza» su un particolare software, che riguarda ‘solo’ 2.500-3.000 veicoli dei marchi Volkswagen, Audi, Seat, Skoda, «in attesa – si legge nella lettera – di ricevere ulteriori chiarimenti e dettagli» dalla casa madre.
Negli Usa è invece finita nel mirino Bmw per i crash test non superati da 30mila esemplari di Mini Cooper e Cooper S.

IL NEO AD Matthias Mueller deve correre in fretta ai ripari, ma per prima cosa sta procedendo con un repulisti interno: sono stati sospesi i capi dell’area ricerca e sviluppo del brand principale Vw e dei marchi Audi e Porsche, secondo quanto riferito da Reuters.
Il consiglio di sorveglianza aveva fatto sapere venerdì che un certo numero di dipendenti rischiano il posto per colpa del Dieselgate.

Il Messaggero