Si aggirerebbe intorno ai 500 milioni di euro il risultato della volontary disclosure per gli istituti di credito sammarinesi.
La cifra viene ipotizzata, ma sempre sottovoce anche se ieri è scaduto il termine per la presentazione delle domande di accesso al rientro volontario dei capitali dall’estero. La chiusura alla mezzanotte del 30 novembre è l’effetto del decreto di proroga di fine settembre, anche se relazione accompagnatoria ed eventuali istanze integrative potranno essere allegate fino al 30 dicembre prossimo.
Questo per dire che l’idea di quanta liquidità lascerà il territorio sammarinese, gli istituti di credito o, ancora meglio Banca Centrale, ce l’hanno, ma nessuno vuole dirla apertamente. Come non è mai stato possibile sapere quanti clienti avrebbero aderito a questo ennesimo scudo fiscale messo in capo dal governo italiano: poche persone con grandi capitali o tante con qualche buon conto e basta? Si tente a propendere per l’ultima ipotesi visto che i commercialisti hanno dovuto far fronte a una moltitudine di clienti che hanno fatto la pratica di rientro dei capitali o, comunque, di denuncia del loro deposito in uno stato estero, in questo caso San Marino.
La distinzione non è di poco conto: infatti occorrerà poi distinguere tra chi ha deciso di togliere i propri capitali dalle banche sammarinesi e farli rientrare in Italia e chi invece dichiarerà di avere il suo denaro in una banca estera, regolarizzerà la sua posizione con il fisco ma continuerà a mantere il suo conto nella banca oltreconfine. In questo caso non ci sarebbe nessuna perdita di liquidità per lo stato di San Marino, situazione che preoccupa non poco le casse del Titano.
Intanto i dat, in Italia, emergono già con sufficiente chiarezza: «E’ un’operazione che ha avuto grande successo – dichiara Enrico Zanetti, sottosegretario all’Economia italiana – e sottolineo con forza che se una procedura di questo tipo che prevede zero anonimato e fa pagare tutte le tasse fosse stata proposta dieci anni fa, prima delle azioni del governo nel campo della lotta all’evasione e sui paradisi fiscali, anziche’ centomila e passa domande avremmo avuto centomila e passa sberleffi».
Il governo italiano aveva stimato un incasso di 3,4 miliardi circa. «Avevamo messo in conto Ddi 3 miliardi in su – afferma Zanetti – e anticipato che l’obiettivo sarebbe stato raggiunto e questo tipo di soglia è stata ampiamente superata». A settembre, ha ricordato infine il sottosegretario all’Economia, «abbiamo visto che nelle ultime 48 ore c’e’ stato un incremento vertiginoso delle domande».
Le istanze relative all’adesione alla volontury disclosure, ha voluto ribadire il sottosegretario, sono state oltre centomila.
Il Resto del Carlino