San Marino. “Votare NO per una sanità gratuita”. L’intervista di David Oddone al Segretario Mussoni

MussoniIntervista al segretario alla sanità Francesco Mussoni alla vigilia della tornata referendaria di domenica.

Partiamo subito con una domanda secca: cosa voterà ai referendum?

“La mia posizione è quella di esprimere due NO alla consultazione referendaria. L’obiettivo del comitato per il no e della colazione Bene Comune è quello di fare in modo che la cittadinanza dica no, per tenere in vigore le due leggi che ho fortemente voluto, quella sulla libera professione e quella sul Fondiss”.

Riesce in due parole a spiegare ai sammarinesi che cosa riguardano i due quesiti referendari e cosa accadrebbe se vincesse il no, dunque passasse la posizione del governo?

“Se dovesse prevalere come auspico il no, rimarrebbe in vigore la legge. Significa quindi che la libera professione è regolamentata con precisione e sono stati individuati i confini e paletti dentro i quali svolgerla. La sanità rimane gratuita. La sanità rimane pubblica. il cittadino sammarinese avrà diritto alla migliore assistenza come avvenuto sino ad oggi. Le leggi già approvate apriranno rispetto a prima maggiori opportunità in termini formazione, qualità professionisti e porteranno maggiori entrate per la sicurezza sociale. Per quanto riguarda il Fondiss, il no, dunque il mantenimento del provvedimento di legge, consentirà la conferma dell’avvio della previdenza complementare, utile soprattutto all’integrazione pensionistica dei giovani, il che significa maggiore sicurezza e maggiore rendimento degli investimenti. Abrogare oggi il decreto significa tornare indietro e bloccare il rendimento della previdenza complementare di Fondiss, con una grave danno per le pensioni, mettendo a rischio la loro stessa erogazione”.

Perché se tutto è rosa e fiori ed anche la stessa Csu appoggia il no, c’è qualche partito che queste leggi le osteggia e le vuole abrogare?

“Io credo che la posizione di Sinistra Unita, Civico 10 e Rete non vada tanto contro i provvedimenti in sé, in termini di contenuti, tanto più che come ha ricordato lei lo stesso sindacato – che non è mai stato tenero nei nostri confronti – appoggia il NO e la posizione del governo e della maggioranza. Io ci vedo più che altro una matrice prettamente politico-ideologica. Così distinta: mentre per Su e Rete si tratta di seguire una posizione che tutte le estreme sinistre hanno voluto portare avanti in tutta Europa quando si è parlato di libere professioni, C10 fa più un ragionamento di strategie politiche, legate alla crescita del proprio consenso. Tanto è vero che il referendum poteva essere proposto anche dopo un anno dall’entrata in vigore della legge valutandone gli effetti, mentre così appare evidente la strumentalità politica, anche purtroppo però in un settore delicato come la sanità. Il secondo punto è che la libera professione medica così come disciplinata oggi dalla legge, è così dal 1991 e regolamentata da un regolamento del 2010: mi pare che negli ultimi 3 anni non ci sono state queste polemiche”.

Senta, ma perché lei si è posto il problema di emanare i provvedimenti sulla libera professione e sul Fondiss che i comitati del SI vorrebbero abrogare?

“E’ molto semplice: occorre correre per creare nuove entrate alla Sanità e per garantire gli alti livelli qualitativi di assistenza che oggi abbiamo, mantenendo la gratuità. Il rischio di vedere abrogate le norme attualmente in vigore è quello di dover andare verso modelli sanitari come quello italiano e dover far pagare con il ticket le prestazioni sanitarie. Qualcuno, con delle posizioni solo politiche e ideologiche, rischia di demolire il servizio pubblico sammarinese. Ci tengo inoltre a sottolineare che su ogni prestazione in libera professione, lo Stato sammarinese incamera fino al 30% della stessa”.