La vicenda del video che denuncia una situazione che lascerebbe pensare a una trattativa per ottenere dei voti alle elezioni politiche, in cui un imprenditore, Gianluigi Carrirolo, proponeva a tre consiglieri e a un altro esponente del Ps anche più di 100 voti in cambio di un incarico diplomatico in Libia sembra intrecciarsi anche con l’inchiesta sul “conto Mazzini”. Infatti nelle settimane scorse l’imprenditore, che opera nel settore dell’arredamento, è stato ascoltato in Tribunale come persona informata sui fatti, dai giudici che indagano sulla tangentopoli sammarinese.
Ieri intanto, come annunciato, i consiglieri del Partito socialista, Simone Celli, Alessandro De Biagi e Alessandro Mancini, le cui voci sono ascoltabili nel video diffuso da Giornalesm.com, hanno presentato ufficialmente un esposto alla Cancelleria Penale del Tribunale Unico della Repubblica di San Marino per “accertare – scrivono in una nota – eventuali profili di responsabilità penale in relazione al contenuto” del video ripreso da varie testate giornalistiche.
I tre consiglieri si dicono certi “di aver agito correttamente e nel rispetto delle normative vigenti, in quanto appare evidente il contesto del tutto informale ed ironico, in cui si verifica l’episodio oggetto della registrazione, che nulla ha a che vedere con una trattativa configurabile come voto di scambio”.
Un esposto quindi, per “fare assoluta chiarezza sulla vicenda” e “per tutelare” l’immagine e l’onorabilità dei consiglieri, che si affidano quindi alla magistratura “verso la quale – concludono – si riconferma totale rispetto ed incondizionata fiducia”.
A parlare di una burla e non di una vera trattativa, era stato nell’immediato anche Carrirolo, attraverso una intervista rilasciata alla San Marino Rtv, dove aggiungere che non aveva bisogno di incarichi diplomatici in quanto già in confidenza con ministri libici.
Intanto, mentre ora sarà la magistratura a fare piena luce, emerge che Carrirolo era stato ascoltato qualche settimana fa proprio dal pool di giudici che sta indagando sulla maxi inchiesta sul “conto Mazzini”. Un interrogatorio durato almeno un paio d’ore e il cui contenuto è coperto da massimo riserbo. (…)
Franco Cavalli, San Marino Oggi