Siamo nei primi mesi del 2017. In Italia è bagarre sulla legge elettorale. Gli occhi sono tutti puntati sulle motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale sul ballottaggio e i capilista eletti in più collegi. Vediamo insieme perché l’Italicum è stato ritenuto incostituzionale dai Supremi giudici italiani. In breve, prendiamo solo la parte che ci interessa in questa sede, il premio di maggioranza è costituzionale ma il ballottaggio è incostituzionale perché può permettere a chi ha avuto pochi voti di ottenere il premio. Entrando più nel dettaglio il ballottaggio è incostituzionale perché, semplificando, prevede che si conceda un premio di maggioranza (giudicato dalla Corte, in un contesto differente, non eccessivo e dunque legittimo) anche a chi non ha ottenuto il numero sufficiente di voti per meritarselo. Al premio di maggioranza, scrive la Consulta, «una lista può accedervi anche avendo conseguito, al primo turno, un consenso esiguo e ciononostante ottenere il premio, vedendo più che raddoppiati i seggi che avrebbe conseguito sulla base dei voti ottenuti al primo turno».
Così come era previsto nell’Italicum il ballottaggio avrebbe portato al non rispetto dei principi di uguaglianza e libertà del voto. Avrebbe portato cioè a una «sproporzionata divaricazione» tra la composizione della Camera «e la volontà dei cittadini espressa con il voto, principale strumento di manifestazione della sovranità popolare».
Ancora: «Il legittimo perseguimento dell’obiettivo della stabilità di governo, di sicuro interesse costituzionale, (…) non può giustificare uno sproporzionato sacrificio dei principi costituzionali di rappresentatività e di uguaglianza del voto, trasformando artificialmente una lista che vanta un consenso limitato, ed in ipotesi anche esiguo, in maggioranza assoluta».
San Marino non è l’Italia sia chiaro. Dunque eventualmente l’attuale opposizione avrebbe dovuto rivolgersi a suo tempo ai Garanti. Ma almeno smettiamola per favore di continuare a dire che l’Italia dovrebbe prendere esempio da San Marino per quanto riguarda la governabilità!
E’ l’ennesima balla.
L’Italia aveva già provato in qualche modo a seguire l’esempio sammarinese ma i Supremi Giudici sono stati chiari: così non va. In democrazia deve governare chi prende più voti. Dal canto nostro non possiamo che pensarla come la Corte Costituzionale italiana: non è concepibile che la minoranza diventi “magicamente” maggioranza.
Sarebbe allora il caso che si intervenga a si metta mano al più presto all’attuale legge elettorale perché in futuro non ci si trovi nuovamente di fronte a una situazione come quella attuale. Situazione a fronte della quale una politica con la “p” maiuscola, proprio alla luce di un premio di maggioranza tanto generoso, avrebbe dovuto garantire il coinvolgimento di tutti gli attori in modo che tutti quanti i sammarinesi venissero rappresentati in Consiglio e il loro voto non venisse disperso, come accaduto. Dove non arriva la legge dovrebbe arrivare la virtù.
Ma forse è chiedere troppo. O forse l’interesse pubblico non era quello che si voleva perseguire. Più di un dubbio ci viene naturalmente leggendo le carte del Caso Titoli. E a vedere la massa di gente scesa in piazza in molti la pensano come noi. Chiudiamo facendo notare a quelli di Adesso.sm che sul Pianello c’erano i sammarinesi, tante, tantissime famiglie di sammarinesi, quando l’ultima volta a rendere il numero più cospicuo ci avevano invece pensato i frontalieri. La RepubblicaSM