New York. Il re dei servizi ingoiato dalle onde. Le sue imprese sono da cartolina

surfCAVALCAVA muri d’acqua di 10 metri con la freddezza di un domatore di tigri. Lo continuava a fare anche se aveva quasi 60 anni. L’oceano per lui è sempre rimasto il grande amante da sfidare e sedurre. Ma alle Hawaii un’onda «perfetta», o forse meglio un’onda «assassina» l’ha inghiottito per sempre nella grande Waimea Bay di Oahu. Alec Cooke, cioè Ace Cool, considerato il più grande cacciatore di onde di tutti i tempi, è scomparso martedì e la Guardia Costiera americana ieri ha sospeso le ricerche: «Non c’è più nulla da fare, non lo troveremo vivo».
Cooke era stato visto per l’ultima volta con la sua tavola, una maglietta bianca e un paio di pantaloncini azzurri a Waimea Bay quando su tutta la zona era scattato l’allarme per l’arrivo di onde fra i 6 e i 15 metri di altezza. Mentre tanti surfisti lasciavano per prudenza la costa, Ace Cool è entrato in acqua per un’altra delle sue grandi sfide in quella stessa baia che dagli anni ’80 lo aveva visto re incontrastato e rispettato.

È STATA la sua fidanzata a chiamare le autorità quando col buio non l’ha visto tornare a casa. Si sono alzati in volo elicotteri e aerei da ricognizione notturna mentre diversi mezzi della guardia costiera hanno pattugliato quasi 9000 miglia quadrate nel Pacifico senza trovare alcuna traccia di Ace. Anche i due giorni successivi di ricerca non hanno dato risultati.
Amante del rischio estremo, Cooke era diventato famoso nel 1985 quando si lanciò da un elicottero per infilarsi in un’onda enorme a Kaena Point. La foto di Ace Cool immortalato da Warren Bolster in quell’impresa è una delle immagini più vendute nelle cartoline delle Hawai.

MERCOLEDÌ notte in un parcheggio vicino Waimea Bay, autentico paradiso dei surfisti, la polizia ha rinvenuto il furgone bianco di Cooke col finestrino semi aperto e il suo cane dentro. C’erano ancora le chiavi nel cruscotto e mancava solo la sua inseparabile tavola. «Voleva essere ricordato come il diavolo delle onde – dicono alle Hawaii –; per noi era una grande risorsa oltre che una leggenda. Abbiamo provato più volte a dirgli di ridurre il suo ritmo e le sue sfide, ma era come se parlassimo a un sordo. Il Pacifico era la sua attrazione fatale».

TRAVOLTO probabilmente da un’onda mostruosa e schiacciato dalla massa d’acqua, Cooke potrebbe non avere più trovato la forza per riemergere. Prima o poi l’Oceano potrebbe restituire il suo corpo e la sua tavola anche se sono in pochi a crederlo. Paulo Mendoça, surfer amico di Ace, non ha dubbi: «C’è stato un ostacolo improvviso o un malore. Alec era il miglior conoscitore della baia e sapeva perfettamente muoversi tra le correnti. Insegnava anche ai giovani a inseguire le onde prendendo rischi calcolati, ma usando anche molta prudenza. Spero ancora in un miracolo e che spunti da qualche parte vivo». Nato a Boston e cresciuto alle Hawaii tra Kauai e Oahu, Cooke aveva iniziato a surfare a 6 anni. Le onde sono state la sua vera e unica passione. Probabilmente a 59 anni diventeranno anche la sua tomba.

Resto del Carlino