New York. Obama dice no all’azione di terra. “Perderemo 100 soldati al mese”

Obama«UN RITORNO di truppe di terra americane in Medio Oriente, in Siria, in Iraq o in Libia, metterebbe gli Usa a rischio di vedere morire fino a 100 soldati al mese e riportarne a casa feriti dai 400 ai 500 nello stesso perido di tempo. Un dispiegamento di terra significativo inoltre comporterebbe una spesa di 10 miliardi di dollari ogni 30 giorni. Non ho alcuna intenzione di farlo perché non c’è alcuna ‘credibile minaccia terroristica al momento’. Ma non escludo di poter inviare truppe nel caso di un attacco catastrofico contro di noi».

BARACK Obama affiancato dal capo del Pentagono, parla dal centro strategico contro il terrorismo. È fermo anche dopo il voto unanime delle due risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu contro l’Isis. Il presidente che ieri ha fatto sosta per 3 ore a San Bernaardino per incontrarsi con i famigliari delle vittime dell’ultima strage nel centro sociale che ha causato 14 morti, non teme attacchi di massa ma i «lupi solitari» e rassicura il paese che centinaia di migliaia di uomini stanno vigilando ogni minuto sulla sicurezza degli americani, mentre il Pentagono ha già iniziato a colpire con molta più insistenza i terroristi del Califfato usando sempre più spesso le forze speciali, l’intelligence e gli uomini della Cia oltre ai droni e ai bombardieri invisibili.

RASSICURATO da un atteggiamento più disponibile di Putin pronto a parole a coordinare con più efficacia le azioni militari dei paesi coinvolti nella coalizione contro il terrore, Barack seguirà dalle Hawaii dove è in vacanza per due settimane l’inizio della preparazione del cessate il fuoco in Siria, votato al Palazzo di Vetro e l’inizio della super stretta economica verso coloro che appoggiano economicamente il califfato e fanno affari con i terroristi. Dietro la risoluzione unanime approvata venerdì notte in Consiglio di Sicurezza sotto la guida del segretario di stato John Kerry (presidente di turno), ci sono ancora però zone grigie e difficili che rendono evidenti le diffidenze e le differenze fra russi e americani anche dopo il voto. Intanto la Turchia, ha raccolto l’appello degli Stati Uniti, ha deciso di ritirare le proprie truppe dall’Iraq.

NON È STATA completata ad esempio la lista dei «gruppi terroristi» cioè quelli che verranno esclusi dal negoziato, la cui stesura era stata affidata alla Giordania. A Staffan de Mistura questa volta è stato affidato un solido mandato e sarà lui a scegliere le forze e i gruppi che a gennaio dovranno sedersi al tavolo con quelle del regime, e lo potranno fare solo se sosterranno il cessate il fuoco per poi aderire ad un piano unitario d’attacco contro l’Isis. L’Isis intanto ha lanciato ieri un attacco nei dintorni di Mosul dove l’Italia sta per inviare 500 uomini in appoggio alle forze irachene per presidiare la diga nel mirino dei jihadisti. Le prossime settimane si presentano cruciali e difficilissime.

Il Messaggero