Con quegli occhiali spessi e i brufoli, Yuri Eliseev, vent’ anni, russo, sembrava proprio l’ultimo dei secchioni, il più bravo e timido della classe, ideale per gli scacchi, gioco che lo aveva già portato ai vertici mondiali. Invece è morto facendo una cosa diametralmente opposta: il parkour.
Smessi i panni dello scacchista e l’espressione concentrata per studiare le mosse degli avversari, vestiva tuta, cappuccio e scarpe di tela per volare – sempre con gli occhiali – da un terrazzo all’altro, per saltare qualsiasi ostacolo si trovasse sul suo cammino. L’altra notte poco dopo le 23,30 l’ultimo salto compiuto al dodicesimo piano, nella sua abitazione di Pyatnitskoye Shosse, nel quartiere di Mitino, un agglomerato di circa 180mila abitanti nella parte nord occidentale di Mosca.
Lo scacchista amante del brivido estremo è sbucato fuori dalla finestra mantenendosi aggrappato al balcone, putroppo questa volta non è riuscito a trattenersi ed è precipitato nel vuoto sfracellandosi in mezzo alla strada, molto trafficata a quell’ora del sabato notte moscovita. La notizia dell’incidente l’ha data un amico di Elisha (così Yuri era chiamato confidenzialmente), Daniil Dubov, anch’egli con la passione del parkour. «Ha fallito la presa», ha confermato Dubov con un post sul social network Vkontakte, dove altri conoscenti del giovane hanno espresso le loro condoglianze; la Federazione scacchistica russa ha comunicato la notizia sull’home page del suo sito internet. Yuri aveva scalato fin dai tredici anni tutte le classifiche nazionali e mondiali di categoria. Sempre molto attento alla tattica era considerato un grande specialista dell’apertura e infatti nel 2012, l’anno della sua consacrazione, aveva guadagnato grazie alla varietà delle sue prime mosse la nomina come migliore partente dell’anno, conquistando in stagione anche il titolo nazionale e quello mondiale cadetti.
L’anno successivo era arrivata la nomina a gran maestro, e quest’anno Elisha aveva già vinto l’Open di Mosca salendo nella classifica mondiale assoluta al gradino numero 212. Contemporaneamente agli scacchi, questo ventenne all’apparenza molto tranquillo coltivava invece il senso dell’avventura.
Assieme ad alcuni suoi coetanei Yuri formava un gruppo di appassionati del parkour che solitamente si lanciava in prodezze notturne cercando di scovare sempre più arditi percorsi nella giungla metropolitana moscovita, fatta di palazzi e viadotti dai quali lui e i suoi compagni eseguivano salti mozzafiato. La notte scorsa, Yuri doveva riunirsi a Daniil e altri amici. Aveva deciso di scendere balzando fra i vari terrazzi dell’edificio in cui viveva con la famiglia, ma questa volta la vita ha dato scacco a lui. Scacco matto, senza via d’uscita che potessero salvarlo.