
(ANSA) – ROMA, 08 SET – “C’è un numero considerevole di
calciatori che sono già stati operati e poi sono incappati in un
altro infortunio. I tempi di recupero, però, non c’entrano,
perché i protocolli ormai sono standardizzati. L’unica
spiegazione è legata al caso: chi ha subito un trauma una prima
volta, può subirlo anche una seconda volta. Non credo ci sia una
correlazione diretta con l’intervento chirurgico, anzi ritengo
che l’intervento stabilizzi bene il ginocchio, irrobustendolo e
preservandolo”. Così Carlo Tranquilli, specialista in medicina
dello sport, ex medico della nazionale Under 21, analizza,
parlando con l’ANSA, il secondo infortunio al crociato del
romanista Nicolò Zaniolo.
“L’atleta operato spesso è più forte di quello non operato –
aggiunge – diventa quasi invulnerabile. Se dovessi scegliere fra
un calciatore che è già stato operato al legamento del ginocchio
e un altro, sceglierei il primo. Mediamente il primo è più
preparato del secondo. Questo tipo di infortuni sono frutto del
caso. Non c’entrano i tempi di recupero o la preparazione. I
tempi di rimessa in campo sono standardizzati: mediamente un
calciatore, dopo un intervento di ricostruzione del crociato,
torna in campo dopo 100 giorni per il lavoro di recupero
funzionale e, nei mesi successivi, lavora per riprendersi dal
punto di vista della velocità, della forza e della
coordinazione”.
“Fino a prova contraria, si tratta di infortuni frutto della
casualità. I calciatori sono super-controllati e hanno le
maggiori garanzie”, conclude. (ANSA).
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