12 Società sammarinesi coinvolte in una truffa da 296 MILIONI di Euro

La Guardia di Finanza di Rimini, a conclusione di una operazione contro l’evasione fiscale internazionale che vede indagate 17 persone, ha messo fine all’attività di una organizzazione, guidata da un calabrese, F.G., accusata di associazione per delinquere, emissione e utilizzo di fatture per prestazioni inesistenti, omessa dichiarazione dei redditi, occultamento e distruzione di documenti contabili.

Ben 33 le società coinvolte, di cui 12 sammarinesi, 9 ‘cartierè, 4 società-filtro e 8 società utilizzatrici di fatture per operazioni inesistenti. Nove persone sono risultate evasori totali. Imposte evase per 296 milioni di euro. Oltre 50 le perquisizioni e le verifiche su conti correnti effettuate dalle Fiamme gialle.

Promotore e capo dell’organizzazione dedita alla maxi evasione fiscale scoperta dalla Guardia di Finanza di Rimini risulta dunque essere un calabrese, F.G., che in pochi anni ha dato vita ad una serie di aziende ponendo al loro vertice alcuni prestanome, pluripregiudicati nullatenenti, spesso non reperibili, secondo gli inquirenti gerarchicamente ed economicamente da lui dipendenti, sui quali, dietro compenso, esercitava il suo forte potere decisionale.

Nell’organizzazione, inoltre, figuravano anche due commercialisti e consulenti fiscali (uno in attività in Emilia Romagna e uno in Calabria), ora indagati per favoreggiamento personale: per poter garantire profitti illeciti all’organizzazione stessa, hanno sempre rappresentato – in modo del tutto falso e costruito – un quadro finanziario delle aziende coinvolte nel ‘carosellò assolutamente impeccabile, ostacolando così le indagini in corso. Era stato infatti costituito un fitto network societario con l’unico scopo di rendere il più articolato possibile il meccanismo della cosiddetta frode carosellò.

L’operazione, battezzata «senza fissa dimora» dalle Fiamme Gialle di Rimini, ha messo in luce una caratteristica comune in questo tipo di associazioni: l’organizzazione, con basi logistiche nel territorio riminese, a Palmi (RC) e nella Repubblica del Titano, effettuava importanti scambi commerciali prevalentemente nel settore della telefonia acquistando partite di merce da società sammarinesi da rivendere su tutto il territorio nazionale movimentando, nel contempo, enormi quantità di denaro in violazione alla normativa antiriciclaggio.

Analizzando le movimentazioni di decine di conti correnti bancari, i finanzieri hanno ricostruito tutti i vari passaggi di denaro e scoperto come dietro le aziende sammarinesi, in realtà si nascondessero soggetti implicati a vario titolo nel sistema di frode. Per questi motivi, le Istituzioni sanmarinesi hanno immediatamente revocato le licenze commerciali di alcune società coinvolte nell’ambito degli scambi commerciali oggetto di indagine. La «frode carosello» – spiegano le Fiamme gialle – si fonda, in sostanza, sul mancato versamento dell’I.V.A. e delle Imposte Dirette da parte di soggetti residenti interposti (missing trader o cartiere) che effettuano acquisti di merci di prodotti di ampia diffusione dalla Repubblica di San Marino in sospensione d’imposta e che cedono le stesse, direttamente o attraverso ulteriori società ‘filtrò (buffer o cuscinetto, il cui ruolo è quello di creare una sorta di ‘schermo protettivò), ad altri soggetti passivi destinatari finali della merce (soggetti interponenti o reali acquirenti), che si presentano sul mercato con prezzi decisamente più competitivi rispetto ad aziende che non utilizzano questi artifizi contabili.

Fonte: Agi