19 Gennaio: Craxi e i soldi … di Sergio Pizzolante

19 Gennaio: Craxi e i soldi
Il più onesto di tutti.
Vi spiego perché Bettino Craxi( moriva esule a Hammamet 23 anni fa, il 19 gennaio) e’ stato il leader della Prima Repubblica più onesto.
La Prima Repubblica è stato un sistema politico e democratico che si è basato su fonti di finanziamento, in parte irregolari.
Non un sistema criminale.
E’ un crimine definirlo così.
Come funzionava il finanziamento dei partiti.
Sino ai primi anni 80 c’era un raccordo, ovunque, in alcuni casi una vera e propria cassa comune, fra tutti i partiti, meno MSI( perché fuori dal sistema) e Partito Radicale.
Conosco casi in cui, il lunedì mattina i segretari amministrativi dei partiti si riunivano nella sede del partito prevalentemente in quella provincia.
L’amministratore del partito faceva la raccolta per tutti e divideva secondo il peso di ogni partito.
Maggioranza e opposizione.
Sulla base di un accordo non scritto di suddivisione degli appalti pubblici fra centrali cooperative ed associazioni delle imprese private.
Poi questo meccanismo si rompe ed ognuno fa per se. Eravamo agli inizi dello scontro a sinistra fra Psi e PCI. Ognuno per se.
La prova? Nell’83 si vota alla Camera la prima amnistia sul finanziamento illecito ai partiti.
Nell’89 la seconda. Voto unanime della Camera.
Tutti puliti, tutti manipuliti, sino a Mani Pulite.
Ognuno fa per se, chi con forme più “artigianali”, diciamo, chi “industrializzando” il meccanismo. Con società intermediarie che raccoglievano “pubblicità” per le feste di partito, per i giornali di partito. Eccetera.
Il PCI sino a tutti gli anni 70 prendeva anche i soldi da Mosca( leggere i libri di Cervetti e Zaslasky). Da una potenza nemica.
Per un periodo, sino al 56, anche il Psi.
La Dc, il PSDI, dopo la guerra li prendevano dagli USA, in funzione anti sovietica.
Il sistema era costosissimo. La battaglia politica e democratica era durissima.
Servivano tanti soldi.
Naturalmente c’era chi raccoglieva per se. Non per il partito, non per la politica.
Ma dubito ce ne fossero più di oggi.
Questo era il quadro.
Craxi.
Craxi era in una morsa. Fra due colossi. La Dc e il PCI, che disponevano di apparati, diretti e indiretti, potentissimi. E ricchi.
Craxi aveva una politica di sfondamento a sinistra e di ridimensionamento della Dc.
E fece da se. Per la politica e per il finanziamento della sua politica. In Italia e nel mondo.
Per Berlinguer e i comunisti e la stampa filo comunista divenne così un bandito.
Leggete il libro( editore Einaudi) dei dialoghi fra Berlinguer e il suo principale consigliere Antonio Tato’.
E cosi anche per una parte della Dc, che con i comunisti fu salvata da Mani Pulite, per poi fare un partito insieme, per poi eleggere Di Pietro.
Ma torniamo a dopo l’89, quando tutti i partiti tornarono puliti. Manipuliti.
Craxi sapeva che tutto sarebbe ricominciato e nella conferenza programmatica di Rimini, del 90, pone, esplicitamente, il problema della riforma del sistema di finanziamento della politica. Inascoltato.
Signorile, 10 anni prima, per lo stesso motivo, fu linciato.
Era un sistema irregolare, popolato da ipocriti.
La Dc e il PCI volevano un sistema formalmente perfetto e in apparenza pulito, con la licenza di trasgredire. Ognuno si confessava nella propria chiesa. Noi non avevamo una chiesa.
I magistrati sapevano, ma non agivano, perché erano in quel sistema panpolitico.
La politica contava molto allora.
Le imprese sapevano, finanziavano, traendone tutti i vantaggi, spesso però non volevano far sapere chi finanziavano.
Dicono che erano vittime. Fa ridere.
Agnelli e Romiti vittime di Craxi e Forlani. Dai!
Era un sistema criminale ed inefficiente?
No.
E’ il sistema che ha portato l’Italia fuori dalla miseria assoluta dopo la guerra.
Che ha costruito il Welfare italiano, pensioni, sanità per tutti, infrastrutture, autostrade, ferrovie, la seconda manifattura d’Europa, un posto nel G7 fra le grandi potenze del mondo, crescita, negli anni 80, doppia rispetto alla media europea.
L’Italia era protagonista nel mediterraneo.
I matti del Mediooriente, allora, erano tenuti a bada da Craxi e Andreotti.
I dissidenti dei paesi comunisti erano finanziati da Craxi( Lech Walesa me lo ha raccontato tempo fa), così la resistenza in Cile e Argentina.
Il sistema andava corretto. Non abbattuto.
Fu abbattuto. Da Mani Pulite.
Borrelli, il capo di Mani Pulite, tempo dopo si penti’: «Se fossi un uomo pubblico di qualche Paese asiatico, dove come in Giappone è costume chiedere scusa per i propri sbagli, vi chiederei scusa: scusa per il disastro seguito a Mani Pulite. Non valeva la pena di buttare all’aria il mondo precedente per cascare poi in quello attuale».
Perché Craxi era il più onesto?
Perché fu il solo, nel 90, a porre la questione.
Perché nel 93 alla Camera disse, e fu ancora solo, la verità. La verità.
Nel silenzio assordante della Camera.
Tutti mentirono. E mentono ancora.
Chi disse la verità mori’ esule e solo a Hammamet, chi mentì’ andò al Governo.
Chi mentì’ e mente ancora ha confinato Craxi e i socialisti nell’inferno della storia.
La damnatio memoria.
Chi partecipava al sistema si è costruito un futuro, contro coloro con i quali sedevano allo stesso tavolo.
Facendo la morale agli altri e mai a se stessi.
Pontificando.
L’Unita’ di Veltroni, la Repubblica di Scalfari, la Stampa di Mauro, il Corriere di Mieli, alle 8 di sera, si coordinavano o si riunivano per suonare la gran cassa di Mani Pulite, contro Craxi e una parte della Dc e i partiti laici.
Sono ancora lì e pontificano ancora.
Senza mai pentirsi, a differenza di Borrelli.
Ci hanno consegnato questa Italia qui.
Ciao Bettino.
Sergio Pizzolante