San Marino. Caso Pedofilo. Consiglio Grande e Generale – Mercoledì 17 settembre pomeriggio. Report by AskaNews

Consiglio Grande e Generale, sessione 15-16-17-18-19-22 settembre 2025 – Mercoledì 17 settembre, mattina

In aula prosegue il dibattito sul caso del cittadino sammarinese arrestato in Italia dopo una condanna definitiva per violenza sessuale aggravata e continuata su minori.

Guerrino Zanotti (Libera) ricorda che “la protezione dei bambini è una priorità assoluta e quindi la condanna è ovvia ed è unanime. Ma il punto è un altro, il punto è come è stato possibile che una persona già conosciuta per la sua pericolosità abbia potuto continuare a trovarsi in contesti con minori”. Per il consigliere è necessario un atto di responsabilità politica: “l’atteggiamento di chi ricopre ruoli istituzionali deve essere innanzitutto quello di chiedere scusa. Credete, è un atto rivoluzionario ma riconciliante”.

Duro l’intervento di Matteo Casali (RF), che denuncia l’inerzia istituzionale e critica aspramente la gestione del Congresso di Stato: “il condannato definitivamente a 4 anni e 4 mesi in Italia per violenza sessuale aggravata e continuata su minori non solo a San Marino circolava liberamente, ma addirittura beneficiava di un lavoro temporaneo presso gli asili nido”. Casali sottolinea come l’arresto sia stato eseguito dalle forze italiane, uno “smacco alla considerazione e all’affidabilità del nostro paese”. Marinella Loredana Chiaruzzi (PDCS) dà voce a un sentimento diffuso: “questa vicenda ha sollevato una rabbia collettiva che ha divorato tutta la cittadinanza e anche tutto il consiglio”.

“Qualcuno lo sapeva, ma nessuno si è fatto avanti” afferma Tommaso Rossini (PSD). Per Rossini la questione non è solo legale, ma soprattutto morale: “Va bene dire che non c’è la via legale, che legalmente non si poteva fare, ma la morale, signori, la morale dov’è? Noi della morale ce ne freghiamo?”.

Sara Conti (RF) elenca tre anomalie che definisce “surreali”: “ci sembra ed è effettivamente surreale che dal 2021 le autorità sammarinesi non siano mai venute a conoscenza che questa persona fosse a processo”; “è possibile che la procura di Urbino non abbia mai richiesto al paese di residenza e quindi a San Marino il certificato dei carichi pendenti?”; e infine “inerzia: perché la richiesta di estradizione è arrivata a giugno e, se anche non si fosse fatto nulla prima, in quel momento si sarebbero dovute porre in essere delle misure cautelative e allontanare questa persona dai luoghi frequentati dai minori”.

Massimo Andrea Ugolini (PDCS) ritiene “fondamentale come aula ragionare di mettere in campo subito delle misure cautelari di carattere amministrativo che possano permettere ai servizi di far sì che si metta in protezione la collettività da situazioni di pericolosità nei confronti dei minori”. Per il consigliere non basta appellarsi alle lacune normative: “si poteva essere, per quota di competenza, sicuramente più attivi perché è una situazione chiaramente grave”.

Gaetano Troina (D-ML) rifiuta l’idea di una colpa “di tutti” e chiede assunzioni individuali di responsabilità. Invoca buon senso oltre alle norme su privacy e dati sensibili: “Si prende il telefono, si convoca chi ha la responsabilità direzionale di determinati uffici, si segnala il problema e ci si muove.” Sulle procedure amministrative è netto: “Le autocertificazioni vanno verificate… altrimenti non serve a niente, si mette in un cassetto e resta lì.” E contesta l’ignoranza generale dei fatti: “In questo paese abbiamo un talento eccezionale su queste cose: si fa una gran baraonda sulla stampa per una settimana, poi tutto va dimenticato. È impossibile che in questo paese nessuno sapesse niente. È impossibile.”

Matteo Zeppa (Rete) punta il dito sulla cultura del silenzio: “È un paese omertoso. San Marino lo è sempre stato omertoso, sempre, soprattutto su questi casi che riguardano i minori.” Boccia il documento del governo: “Segretario, io questa relazione la ritengo irricevibile.” Chiede chiarimenti su federazioni sportive, Tribunale e Congresso di Stato. Denuncia i ritardi informativi: “È impossibile, è impossibile se non per un paese omertoso come San Marino, che fatti accaduti nel 2021 si vengano a sapere nel 2025”. La persona condannata, “ha commesso quello che ha commesso, poi ha varcato il confine e lui la sua prigione dorata, per incompetenza di tutti quanti, sono stati 60 km2 di San Marino”.

Il Segretario di Stato Teodoro Lonfernini riconosce il turbamento della comunità e invita a trasformare l’indignazione in azioni concrete: “È un coinvolgimento soggettivo, perché si fa riferimento ad azioni condotte da un individuo, ed è al tempo stesso oggettivo, perché è emerso in maniera bipartisan che il sistema presenta un problema strutturale di fondo sul quale è necessario intervenire con decisione”. Ammette le criticità: “Non è accettabile che comunicazioni così rilevanti da parte delle autorità italiane arrivino in ritardo, né che i controlli non siano tempestivi”.

“Ciò che mi dà fastidio – dichiara Gian Nicola Berti (AR) – è che stiamo trasformando tutto in una battaglia politica sulla pelle dei bambini violati, invece di unirci per ragionare insieme e trovare soluzioni utili. Invece continuiamo nel solito antagonismo politico. Berti sottolinea l’importanza della legge in discussione, nata dallo sport ma estendibile in altri ambiti: “sono strumenti che hanno efficacia preventiva e che possono rendere il nostro contesto sociale più sicuro”.

Fabio Righi (D-ML) punta invece sulla mancanza di politiche di controllo: “nel comunicare che c’è una condanna definitiva con un mandato di arresto, qual è la fase istruttoria? Quella non è un’informazione riservata di intelligence, è un’informazione che deve essere trasmessa immediatamente”. Per Righi, la privacy non può essere un alibi: “qui c’è un provvedimento dell’autorità giudiziaria e davanti a questo la privacy non si oppone”. Critica l’atteggiamento ambiguo dell’aula: “ancora una volta metà aula chiede scusa, l’altra metà dice che è stato fatto tutto bene. Ma scusate, di che cosa chiedete scusa se dite di aver fatto tutto bene?”.

Nicola Renzi (RF) mette sotto accusa la relazione del Segretario Canti. Parla di documenti “omissivi e fallaci”: “inaccettabile – aggiunge – è la spiegazione per cui dal 13 giugno si sapeva che a San Marino c’era una persona condannata in via definitiva in Italia per pedofilia, reati gravissimi contro minori, e il destino ha voluto che nessuno facesse nulla”.

Luca Lazzari (PSD) richiama metodo e onestà intellettuale: “serve una riflessione seria ma soprattutto onesta; onesta vuol dire due cose: da un lato non cedere alla strumentalizzazione politica, dall’altro non nascondere eventuali responsabilità;”. Spiega i vincoli giuridici tra mandato d’arresto europeo ed estradizione, ma ammette i limiti del sistema e della reazione istituzionale: “le istituzioni, nel loro insieme, non sono riuscite a garantire fino in fondo la protezione dei bambini,” e chiude con un’assunzione di responsabilità: “dobbiamo avere l’umiltà di chiedere scusa—io, come parte di questa assemblea, lo faccio—”.

Giancarlo Venturini (PDCS) sollecita unità operativa: “Nessun margine d’errore può essere tollerato quando si parla della sicurezza dei bambini” e “concordo con chi ha detto che tutti dobbiamo chiedere scusa per quanto accaduto”. Rivendica il lavoro fatto ma chiede di accelerare su norme e cooperazione: “l’arresto è avvenuto anche grazie—e qui va sottolineato—alla collaborazione delle nostre forze dell’ordine con quelle oltre confine.

Stefano Canti, titolare della Giustizia, difende il proprio operato: “non c’è stata alcuna volontà, né da parte mia né da parte di altri, di nascondere informazioni”. Ricostruisce i passaggi chiave: i fatti avvengono a Carpegna, le denunce vengono presentate ad Ancona e “noi siamo venuti a conoscenza di tutto soltanto quando l’Italia ha trasmesso la richiesta di estradizione”. Ribadisce i limiti giuridici: “dal momento che la Repubblica di San Marino ha stabilito di non estradare i propri cittadini, non era possibile limitare la libertà personale del condannato”. Pur ammettendo l’amarezza, Canti insiste che “quanto dovevamo fare lo abbiamo fatto” e ringrazia la Gendarmeria per aver collaborato all’arresto in Italia: “San Marino resta un Paese sicuro, e questo grazie anche al lavoro quotidiano delle nostre forze dell’ordine”.

Il Segretario di Stato Rossano Fabbri rivendica la scelta della riservatezza: “Se l’informazione fosse diventata pubblica, chi doveva essere arrestato avrebbe potuto sottrarsi all’esecuzione”, richiamando il difficile equilibrio tra tutela delle vittime e presunzione di innocenza. Sul nodo politico dell’estradizione, Fabbri apre alla revisione: “Occorre anche decidere se mantenere o meno la riserva sull’inestradibilità dei cittadini sammarinesi. Se rimarrà, sarà necessario introdurre strumenti alternativi”.

Sara Conti (RF) dà lettura di un ordine del giorno delle forze di opposizione per impegnare il Consiglio Grande e Generale a depositare entro il 30 settembre 2025 il progetto di legge per l’istituzione di apposita Commissione d’Inchiesta affinché la stessa, entro il mese di novembre 2025, possa produrre apposita e completa relazione in ordine ai fatti e alle responsabilità connesse legate alla condanna del cittadino sammarinese residente nella Repubblica di San Marino di 27 anni per reati di violenza sessuale aggravata e continuata a danno di più minori; la Commissione per gli Affari di Giustizia a mettere a disposizione di tutti i Consiglieri la relazione fatta dallo stesso Segretario nell’ambito della Commissione per gli Affari di Giustizia; il Congresso di Stato a promuovere tutte le opportune ed idonee iniziative affinché siano tempestivamente comunicati i procedimenti penali a carico di ogni soggetto residente nella Repubblica di San Marino.

Anche la maggioranza presenta un proprio ordine del giorno, con Marco Mularoni (PDCS) che ne dà lettura. L’Odg impegna il Congresso di Stato a: “nominare una commissione tecnica-amministrativa composta da tre membri (due indicati dai gruppi consiliari di maggioranza e uno dai gruppi di opposizione), incaricata di redigere una relazione sulle seguenti linee direttrici: verificare la possibilità di introdurre, anche con modalità d’urgenza, misure amministrative di prevenzione per esigenze indifferibili di tutela della collettività, in particolare nelle more delle procedure di estradizione; rafforzare le sanzioni penali e amministrative a carico di chi rilascia false dichiarazioni o omette di comunicare fatti rilevanti concernenti il proprio status ai fini di concorsi per la pubblica amministrazione; predisporre un provvedimento normativo che includa l’articolo 173 tra i reati a giurisdizione extraterritoriale, stabilendo che il cittadino sammarinese che commette all’estero tali reati sia punibile secondo il codice penale sammarinese; svolgere una ricognizione completa dell’attuale disciplina e delle prassi operative, nonché dei flussi informativi interni ed esterni, ricostruendo la sequenza temporale degli atti e la tracciabilità delle decisioni, al fine di evidenziare eventuali criticità e responsabilità operative di natura organizzativa e informativa; verificare con l’Italia, in attesa dell’accordo di associazione con l’Unione Europea, la possibilità di accordi specifici per uno scambio più rapido e incisivo di informazioni relative a condanne definitive e carichi pendenti, nonché avviare iniziative per rafforzare la cooperazione internazionale; introdurre il divieto di assumere incarichi o impieghi nella pubblica amministrazione per coloro che sono stati condannati per reati sessuali a danno di minori; riferire periodicamente al Consiglio Grande e Generale sullo stato di attuazione delle misure adottate e sulle eventuali ulteriori iniziative normative necessarie a colmare i vuoti esistenti”.

Alle 15.00 i lavori vengono sospesi. Riprenderanno domani alle 15.00.

Di seguito una sintesi dei lavori

20250917 – Commissione Consiliare II – Report mercoledi? 17 settembre 2025 pomeriggio