Riceviamo e pubblichiamo
Caro Direttore,
in Consiglio si continua, da più parti, a parlare del processo sul “Conto Mazzini”.
Lo fa la maggioranza, si veda l’intervento del Consigliere Berti, ma lo fa anche l’opposizione in forme piuttosto variegate.
E’ di ieri poi la notizia di una nuova, ennesima, interpellanza in cui si chiedono lumi sulla conferma del Prof. Caprioli, già incaricato a dirimere l’intricata matassa dell’appello proprio del “Conto Mazzini”.
Il tema, si sa, si presta da tanti anni a prese di posizione politiche.
Ma questo non è certamente una novità.
Alla fine della fiera, però, desidererei pormi qualche domanda.
A chi giova tutta questa continua “pressione” politica e ricorrente “attenzione mediatica”?.
Faccio alcuni esempi.
Giova al Tribunale che deve lavorare in piena autonomia e serenità di giudizio?.
Non credo proprio.
Giova al giudice dei Rimedi Straordinari, incaricato ad affrontare la ricusazione pendente sul Prof. Caprioli?.
Anche qui i dubbi sono piuttosto leciti.
Giova, di converso, al Prof. Caprioli incaricato per la discussione dell’appello?.
Neppure.
Lo stesso Caprioli rappresenta, anzi, la parte “naturalmente” più esposta alla luce del ruolo che, ed è bene ricordarlo, lo vede impegnato anche sul fronte dell’opposizioni – formalizzate dall’Eccellentissima Camera – verso le archiviazioni dell’ Ingegner Marino Grandoni & Co. sulla altrettanto famosa vicenda “Titoli”.
Giova, infine, al mantenimento di quella basilare correttezza procedurale e di quello stato di diritto, già viziata da una serie di episodi ed atti sollevati dalle difese, nel corso del dibattimento? .
Anche in questo caso la risposta è no.
Si tratta allora di una pressione, condita dalle sempre utili e adeguate espressioni di preoccupazione, un po’ troppo sospetta.
E, come diceva il buon Andreotti, a pensare male spesso ci si azzecca.
Un lettore