Una sala gremita ha fatto da cornice giovedì 27 marzo a Domagnano all’evento pubblico “Il cibo biologico, l’importanza di mangiare sano e naturale”, un’iniziativa organizzata dall’Organizzazione Sammarinese degli Imprenditori (OSLA) ha organizzato una serata pubblica insieme al gruppo di lavoro OSLA-GLASS in collaborazione con l’Associazione Sammarinese Produttori Agricoli, l’Associazione Coltivatori Diretti Sammarinesi e il Consorzio Terra di San Marino. Nel suo saluto iniziale, il Presidente OSLA Luigi Tontini ha sottolineato come il cibo biologico sia “cruciale per la nostra salute, il futuro del territorio e la nostra economia”. Tontini ha sottolineato con forza come sia “fondamentale valorizzare il comparto agricolo locale e promuovere la conoscenza dei prodotti biologici del territorio” sentendo la responsabilità di sensibilizzare i cittadini sull’importanza di un’alimentazione “sana e naturale e di sostenere i produttori agricoli e il settore commerciale”. Il Presidente di OSLA ha descritto l’incontro come “una preziosa occasione di confronto tra produttori, esperti e istituzioni, un momento per acquisire conoscenze sui benefici dei prodotti biologici locali e sul ruolo cruciale dell’agricoltura biologica per la salute e l’ambiente e anche per l’economia del nostro territorio”. La serata ha visto la partecipazione di figure chiave del panorama politico e agroalimentare sammarinese, tra cui il Segretario di Stato per il Territorio e l’Ambiente Matteo Ciacci che ha aperto la serata sottolineando l’importanza cruciale di credere e supportare il comparto biologico, rimarcando come la politica debba fornire un input decisivo in tal senso. Ha assicurato che fin da subito la sua Segreteria ha chiarito l’importanza del settore biologico, tanto da aver supportato finanziariamente la filiera anche nell’anno in corso con un apposito stanziamento sul bilancio dello Stato. Il Segretario ha annunciato il progetto sperimentale “Dalla terra alla tavola”, in partenza il 23 maggio, volto a favorire il dialogo tra la filiera e portare i prodotti locali sulle tavole dei ristoranti locali, a partire dal vino. “L’impegno che dobbiamo avere tutti – ha detto – è di valorizzare al meglio il biologico e i prodotti locali, affrontando seriamente le tematiche con allevatori e produttori, prestando attenzione anche ad aspetti come il packaging”. La direttrice dell’UGRAA, Giuliana Barulli, ha fornito un quadro dettagliato dello stato dell’agricoltura biologica a San Marino. Un punto cruciale è stato il riconoscimento ufficiale di San Marino come stato membro dell’Unione Europea per le produzioni biologiche avvenuto nel 2020. Questo ha permesso di equiparare i prodotti biologici sammarinesi a quelli europei, consentendo la libera circolazione delle merci certificate senza costose procedure di importazione/esportazione. “Tale risultato – ha detto la residente – è stato frutto di una proficua collaborazione tra agricoltori, cooperative, aziende di trasformazione e commercio, tecnici della pubblica amministrazione e governo”. Barulli ha poi accennato all’obiettivo di giungere a una produzione biologica su tutto il territorio coltivato è visto come un’opportunità per rilanciare l’immagine del paese a livello internazionale, in un contesto globale di crescente domanda di alimenti sani e naturali”. “La volontà degli operatori – ha aggiunto – coadiuvata dal sistema di contributi, ha portato a una notevole diffusione del biologico, passando dallo 0,1% del territorio agricolo coltivato in regime biologico nel 2016 al 29% attuale per un’estensione di 745 ettari. Il numero di agricoltori biologici è aumentato da poche unità a 50, includendo anche enti cooperativi, due allevamenti bovini, uno di alpaca e due avicoli, oltre a 16 preparatori che trasformano i prodotti. Alcune filiere biologiche sono complete (vino, olio, cereali, carne bovina, oli essenziali) e gestite dalle cooperative, mentre altre (miele, frutta, verdura, uova) sono complete solo a livello aziendale. Nonostante ciò, si sta lavorando per sviluppare ulteriormente la cooperazione in questi settori”. Loris Casali, esperto tecnico dell’UGRAA, ha approfondito gli aspetti normativi e di certificazione, ricordando il rispetto rigoroso delle norme europee, con controlli continui, almeno una volta l’anno, da organismi esperti italiani. Importante l’aspetto della trasparenza, con tutti gli atti normativi pubblicati sul sito www.gov.sm così come la lista degli agricoltori biologici sammarinesi. Anzi, per ogni produttore c’è la possibilità di scaricare direttamente i certificati che attestano il tipo di attività, i campi coltivati e i prodotti certificati. Casali ha quindi diffuso i numeri settore per settore. Nel 2024 sono stati coltivati a biologico: -535,38 ettari di seminativo, pari al 40,44% del totale; -99,23 ettari di pascolo (63,03% del totale); -4,36 ettari di colture officinali (100,00% del totale); -3,84 ettari di orti professionali (62,34% del totale); -54,15 ettari di vigneti (48,67% del totale); -22,29 ettari di oliveti (11,74% del totale); -3,91 ettari di frutteti (33,4% del totale). Per quanto riguarda l’allevamento biologico, nel 2025 sono 2 gli allevamenti bovini certificati, 1 allevamento avicolo e 1 allevamento di alpaca. Parola quindi al dottor Emidio Troiani, cardiologo che ha illustrato i vantaggi nutrizionali e medici del cibo biologico, sottolineando come la scelta di cosa mangiare sia un investimento per il futuro. “Gli studi scientifici sull’argomento – ha detto – sono in costante aumento ed evidenziano gli effetti positivi del cibo biologico sulla salute. Il biologico è una scelta consapevole non solo per la salute individuale ma anche per quella del pianeta dato che rispetto al cibo industriale è prodotto senza pesticidi, concimi sintetici e OGM, promuovendo la biodiversità e la salute del suolo, riducendo l’impatto ambientale e rispettando il benessere animale”. La filiera corta, tipica di San Marino, è un ulteriore vantaggio. “Da diversi studio il cibo biologico – ha aggiunto – risulta più nutriente di quello industriale, più ricco di polifenoli, antiossidanti importanti per la salute, vitamina C, magnesio, luteina e con una maggiore concentrazione di omega-3 negli animali allevati biologicamente”. Sono stati citati studi recenti che evidenziano come il cibo biologico possa essere vantaggioso per la salute di bambini e donne in gravidanza, migliorare la fecondità e lo sviluppo neurologico dei neonati, oltre a migliorare la performance atletica e ridurre i tempi di recupero negli sportivi. La dottoressa Eleonora Tosato, tecnologa alimentare, ha quindi focalizzato il suo intervento sui prodotti biologici sammarinesi, evidenziando il valore aggiunto della filiera corta. “A San Marino – ha detto l’esperta – ogni filiera produttiva è organizzata in cooperative, riunite nel Consorzio Terra di San Marino, dotato di un proprio marchio che identifica produzioni tipiche locali rispondenti a specifici requisiti qualitativi ed etici. Ottenere la certificazione biologica comporta per le aziende formazione, riorganizzazione dei metodi di produzione, costi iniziali e di mantenimento, e talvolta una minore resa produttiva, oltre a un impegno nella gestione burocratica della documentazione e della rendicontazione. Ogni operazione in campo e in fase di trasformazione deve essere registrata in appositi registri, garantendo la massima tracciabilità. Sono state presentate le cooperative aderenti al Consorzio Terra di San Marino e i loro sviluppi nel settore biologico: il Consorzio Vini Tipici ha ottenuto la certificazione bio nel 2019 ed ha il 55% dei vigneti certificati bio e diversi vini biologici prodotti; La Cooperativa Olivicoltori Sammarinesi ha ottenuto la certificazione bio nel 2020, con il 20% di superficie olivicola certificata bio e il 20% di olio extravergine biologico; la Cooperativa Apicoltori Sammarinesi vede il 4% dei soci e 91 alveari certificati bio. Nonostante una produzione di circa 650 kg di miele biologico, al momento non è disponibile miele biologico sammarinese certificato per mancanza di un laboratorio certificato, ma gli operatori si stanno adoperando in tal senso. La Cooperativa Ammasso Prodotti Agricoli (Capa) è attiva nel settore dei cereali, con un 20% di biologico sul conferito totale. In collaborazione con la cooperativa Lab 301, anch’essa certificata biologica, produce farina di grano tenero bio macinata a pietra e diverse tipologie di pasta secca bio. La Cooperativa Allevatori Sammarinesi ha prodotto i primi capi biologici nel 2023, con la certificazione della macelleria e del mattatoio pubblico. Nel 2024, il 5,1% dei capi macellati erano biologici, con una crescita nelle vendite di carne biologica. In questo caso i prodotti sono preincartati con un’etichetta che riporta tutte le informazioni di tracciabilità e il logo bio. È stato evidenziato come molti produttori, pur non essendo certificati, adottino metodi di produzione biologica, rappresentando un importante potenziale di sviluppo. Un valore aggiunto nei prodotti agricoli Made in San Marino riguarda la filiera a chilometro zero, che per definizione ha prodotti provenienti da luoghi di produzione/trasformazione entro 70 km dal luogo di vendita o nella stessa provincia. Questo comporta diversi vantaggi: la valorizzazione dei produttori, la semplificazione dei controlli, la stagionalità dei prodotti, migliori caratteristiche organolettiche e nutrizionali, riduzione dell’impatto ambientale e dello spreco alimentare.
OSLA