ACCORDO DI ASSOCIAZIONE UE/SAN MARINO. ”REFERENDUM, PAURA DEL POPOLO?” di Marco Severini – Direttore GiornaleSM

Ultimamente si sente dire che “non si può fare un referendum sull’accordo con l’Unione Europea”. Perché? Perché è un “trattato internazionale” e quindi vietato.

Questa affermazione è una mezza verità, e le mezze verità, si sa, spesso servono solo a confondere le idee. L’accordo con l’UE non è solo un semplice trattato tra Stati. È qualcosa che cambierà in modo profondo San Marino. Ci obbliga a seguire tutte le regole europee, anche quelle future, anche se non ci piacciono. E tutto questo senza poter dire la nostra.

Altro che accordo tecnico: è un cambio di rotta totale. Quindi la vera domanda è un’altra: perché non possiamo chiedere ai cittadini se sono d’accordo o no?

Alcuni dicono falsamente che il “referendum consultivo” non esiste, ma già si sono fatti. E se anche così non fosse – e non lo credo – non esiste per legge neanche il divieto.
E c’è anche la possibilità di fare un referendum confermativo, se lo chiede il Consiglio. Basta volerlo. In passato si è fatto. E allora, perché questa volta no?

Poi voglio vedere come il Consiglio, in caso di vittoria dei no all’associazione con l’EUROPA, possa non osservare il volere popolare.

Poi arriva la scusa peggiore: “Non si può fare il referendum perché andrebbe contro i diritti fondamentali, come la libertà di movimento o il diritto al lavoro”. Ma stiamo scherzando? Questa è una forzatura bella e buona. Nessun diritto fondamentale viene compromesso dal fatto di non aderire o non associarsi all’Unione Europea. Altrimenti dovremmo concludere che Paesi come Svizzera, Norvegia, Regno Unito o gli stessi Stati Uniti sono luoghi dove i diritti umani vengono violati, perché non fanno parte dell’UE. È ridicolo solo pensarlo.

I diritti fondamentali delle persone non dipendono dall’appartenenza a un’unione politica, ma da ciò che ogni Stato garantisce al proprio interno.
La libertà di movimento, il diritto al lavoro, la tutela della dignità umana possono essere pienamente rispettati anche senza sottostare alle normative europee.

La verità è un’altra: questo accordo non serve a rafforzare i diritti, ma a ridurre la nostra capacità di decidere autonomamente. Limita la nostra sovranità, ci vincola a regole scritte altrove, da chi non ha idea delle nostre dimensioni, della nostra storia e delle nostre esigenze. Non tocca i diritti delle persone, ma toglie potere alla nostra Repubblica.

In più, anche ammesso che fosse vero che non si può votare contro un trattato già in vigore, c’è un piccolo dettaglio: questo trattato non è ancora stato ratificato. Non è in vigore, anche se correranno per farlo.
E se non è in vigore, è come se non esistesse.
Non produce effetti giuridici, e quindi non c’è alcun vincolo che impedisca un referendum popolare.

Non si può vietare ai cittadini di esprimersi su qualcosa che ancora non è legge, che non è obbligo, che non è realtà.
È solo un progetto, una bozza, una proposta firmata ma non ancora valida.

Quello che dà fastidio è un’altra cosa: che qualcuno dica “no”. Che il popolo dica “no”.
Ecco perché hanno paura del referendum.
Perché sanno che molti cittadini, se non la grande maggioranza, non sono d’accordo a entrare in un sistema dove San Marino deve solo prendere ordini, senza poter parlare.
Un sistema dove dobbiamo seguire regole scritte da altri, che magari vanno bene per Paesi grandi, ma non per un piccolo come il nostro.

E allora si preferisce non parlare, non spiegare, non discutere.
Si cerca di firmare tutto in silenzio, sperando che nessuno protesti. Ma quando qualcuno, come il Comitato “I CapiFamiglia”, con i quali non ho nessun rapporto e nemmeno sapevo della loro esistenza (ed addirittura uno dei responsabili ha subito giustamente una condanna dopo una mia denuncia per ingiuria), o il Partito Socialista (e non saranno i soli, perché si prevedono diversi quesiti referendari), propongono di chiedere ai cittadini cosa ne pensano, subito si alzano i muri.

“Non si può”, “non si deve”, “non è previsto”. Tutto pur di evitare un vero confronto.

La verità è semplice: se questo accordo è davvero così buono per San Marino, allora perché avete paura di farlo votare?
Perché non vi fidate del giudizio dei cittadini?
Se siete così convinti, allora metteteci la faccia. Vi sfido! Portatelo voi al voto.

LA MAGGIORANZA O TUTTE LE FORZE CONSIGLIARI CHE APPOGGIANO L’ASSOCIAZIONE CON L’EUROPA LO PORTI AL VOTO COME REFERENDUM CONSIGLIARE!
Fateci capire, discutiamo.

E se invece non lo fate, è perché avete paura.
Paura della democrazia vera.
Paura del popolo.
E quando chi governa, o è in Consiglio, ha paura del popolo, la democrazia è già a rischio.

Questo è quello che penso, rispettando ogni persona ed ogni idea, come sempre.

Marco Severini – direttore GiornaleSM