Mularoni: Tremonti non ci parla, sentiremo organi internazionali
ROMA – Con le norme del decreto incentivi che entreranno in vigore dal 1^ luglio il governo italiano “vuole creare una sorta di embargo commerciale” nei confronti di San Marino. E’ l’attacco del segretario di Stato per gli Affari esteri della Repubblica del Titano, Antonella Mularoni, intervenuta in una conferenza stampa a Roma insieme al segretario per le Finanze, Pasquale Valentini, il segretario all’Industria, Marco Arzilli, e il segretario al Turismo Fabio Berardi.
Arzilli sostiene che con il dl incentivi tutte le aziende italiane che operano con San Marino saranno costrette “ad un listing mensile” su tutti i beni materiali in entrata e in uscita. Questo comporterà “difficoltà per le imprese di poter lavorare in un clima sereno e di fiducia. Saranno sottoposte ad una lente di ingrandimento speciale che potrà comportare pesanti sanzioni anche in presenza di semplici errori”. Insomma, dice Arzilli, anche aziende “irreprensibili” sono oggi “preoccupate” di lavorare con il Titano.
Mularoni parla di “problema psicologico” causato dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti che ha detto che chi “opererà con i paesi della black list” del fisco italiano “avrà la Guardia di Finanza in casa”.
San Marino rivendica di essere stata capace negli ultimi mesi di “varare normative interne in grado di garantire la trasparenza del proprio sistema economico e di sottoscrivere numerose intese bilaterali sullo scambio di informazioni su modello Ocse, meritando l’apprezzamento dei vari organismi internazionali”. Ma è il rapporto bilaterale con l’Italia che “desta forti preoccupazioni. Secondo Mularoni il governo Berlusconi si è “irrigidito sulla firma del protocollo di modifica dell’accordo contro le doppie imposizioni” che è fermo da oltre un anno. Da parte italiana “persiste un imbarazzante silenzio sulla nostra richiesta di un incontro chiarificatore”. Insomma, aggiunge il segretario per gli Affari esteri, “non ci si parla e l’Italia adotta provvedimenti unilaterali”. La responsabilità, dice, è di “un battage mediatico”, di “un atteggiamento incomprensibile del governo italiano di far credere alla comunità internazionale che San Marino non vuole collaborare e non vuole cambiare mentre, invece, noi abbiamo cominciato da tempo una svolta storica ed epocale verso la trasparenza”.
Che fare? “Nei nostri 1700 anni di storia- scherza Mularoni- non abbiamo mai fatto guerra a nessuno e non la dichiareremo all’Italia, ma ci faremo sentire presso le organizzazioni internazionali”.
Infine una battuta sui Mondiali da parte di Arzilli: “Ieri grande tifo a San Marino per la nazionale, i negozianti avevano la maglia azzurra adddosso: è un peccato buttare all’aria la nostra amicizia, però i sammarinesi cominciano a essere insofferenti di questa situazione”.