sono un cittadino sammarinese ed ho molto apprezzato i suoi interventi sul suo blog; sinceramente non capisco quelli che hanno interpretato i suoi articoli come un attacco a San Marino ed ai suoi abitanti, mi sono sembrati piuttosto la conferma documentata di un sentore che molti sammarinesi avevano da tempo. La puzza di cacca la sentivamo da un pezzo ma non si capiva chi l’avesse pestata.
Sono sammarinese dalla nascita ed ho sempre vissuto in Repubblica, condizione che in genere causa un’assuefazione al sistema a tal punto che anche le distorsioni più evidenti hanno la parvenza della normalità.
Con gli anni ho però imparato a capire quali sono gli elementi atipici delle nostre istituzioni e che probabilmente rendono possibili gli avvenimenti che lei ha descritto nel suo studio.
Lei dice di aver contattato ed essere stato contattato da vari personaggi della nostra politica, come al solito si saranno comportati da politici e per questo mi sento di fornirle il mio punto di vista sperando che le sia utile per capire qualcosa di più su San Marino. Probabilmente non apporterò alcun contributo ai suoi studi e forse conosce già o intuisce alcuni meccanismi che ci caratterizzano ma spero comunque di destare il suo interesse e fornire una piccola tessera per completare il mosaico che, anche grazie al suo contributo, si sta delineando.
San Marino è uno stato con circa 30.000 cittadini residenti in territorio ed 11.000 residenti all’estero sparsi un po’ in tutto il mondo. In sostanza abbiamo la popolazione di una piccola provincia italiana ma con una realtà statuale.
Per essere eletti nel nostro parlamento, il Consiglio Grande e Generale composto da 60 consiglieri (1 onorevole ogni 683 cittadini), servono più o meno 400 voti a seconda dello schieramento politico con cui ci si presenta. Con questi numeri è evidente che le famiglie più numerose, generalmente compatte nel voto, hanno maggiori possibilità di piazzare il proprio uomo in Consiglio. Se si pensa inoltre che San Marino ha 2 capi di Stato (i Capitani Reggenti) che cambiano ogni 6 mesi il risultato è che quasi ogni famiglia sammarinese ha una parentela con uno o più ex capi di Stato.
Il nostro sistema consente ad ogni cittadino di avere rapporti diretti con le più alte cariche dello Stato: è molto facile farsi ricevere dai vari ministri anche per questioni spicciole. Qui la campagna elettorale inizia il giorno dopo le elezioni e consiste in sostanza nel fare favori a più persone/famiglie/associazioni possibili. Intendiamoci, questa pratica non è del tutto negativa perché in molti casi consente un’immediatezza degli interventi difficilmente riscontrabile in altre realtà ma lascia anche le porte aperte a personaggi o affari poco raccomandabili.
Probabilmente è anche grazie a questi rapporti che vedono mischiare la politica con gli affari che molti dei politici sammarinesi vantano ingenti capitali: in ogni schieramento ci sono i vecchi della politica, che sono in Consiglio da un 4, 5 lustri che hanno un altissimo tenore di vita pur non avendo mai lavorato, sì perché la politica a San Marino non è stipendiata a meno che uno non sia ministro o abbia una carica dirigenziale nel partito. Gli onorevoli, per stare in Consiglio percepiscono il solo il gettone di presenza che ammonta a poche migliaia di EUR all’anno. Questa è un’altra distorsione del sistema; viene sbandierata come una conquista – la politica da noi non costa niente!! dicono – per questo in Consiglio ci sono praticamente solo imprenditori e dipendenti pubblici. Poi chi è in politica da anni, trovandosi probabilmente inadatto ad altri lavori, è inevitabilmente portato a cercare un reddito nell’ambito delle conoscenze e connivenze che è riuscito a crearsi. Questo è il caro prezzo della politica sammarinese!
Questo stato di cose, unitamente al diffuso benessere che contraddistingue la nostra realtà (qui l’Audi vende come la FIAT), ci ha fatto precipitare in un torpore dal quale è difficile svegliarsi, il sonno di chi ha la pancia piena e non riesce più ad alzarsi da tavola. I sammarinesi nel dopoguerra erano i poveracci della Romagna, quelli che emigravano e che lavoravano la terra degli altri poi si sono scoperte le società anonime ed il segreto bancario che nel giro di poco tempo hanno garantito immensi introiti con poca fatica. Sono stati anche gli strumenti che hanno consentito la nascita di alcune realtà industriali ancor oggi ai vertici delle rispettive aree di mercato ma sono anche i principali responsabili dei problemi che attualmente abbiamo con la vicina Italia.
La pubblicazione delle sue analisi ha dato uno scossone che mai sarebbe potuto venire dall’interno del Paese e per questo la ringrazio, spero che oltre a Marin Mularon ed a Giovan Lonfernin ci siano altri consiglieri che intendano svegliarsi magari anche all’interno della maggioranza perché come dice un vecchio detto romagnolo agl’è fnìdi gl’anòsi ma Baracòcc cun èva set sulèr e ne magnèva una el dè!! (son finite le noci di Baracucco che ne aveva sette solai e ne mangiava una al giorno!) che è come dire che sono finite le vacche grasse.
Saluti
Andrea