ANCORA MOLTO GRAVI LE CONDIZIONI DI ELEONORA

Non le dà pace. Mai. Neanche sul letto di rianimazione dell’ospedale di Teramo. Che assorbe il contraccolpo delle scosse. Poco lontane. Assillanti. Ma Eleonora Calesini, vent’anni appena, lotta ancora. E’ in pericolo di vita, dicono i medici. In prognosi riservata. E l’angoscia torna a fare capolino: nei suoi, nel Riminese, a Mondaino, dove la gioia ha già ceduto il passo all’attesa. Spiega il medico della rianimazione che la segue: “Le condizioni sono stabili, è sotto sedazione. E’ collegata con un ventilatore meccanico, che è d’obbligo per i pazienti sedati. Sostituisce la funzione polmonare”. E ancora: “Tutto questo permette di proteggere le vie aeree”.

 

Eleonora è stazionaria. Sarà ancora una lunga notte. Per lei, papà e mamma. Per la famiglia e per tutta la gente della Pieggia, lassù, a Mondaino, dove l’altra sera erano suonate le campane e oggi suona un nuovo campanello d’allarme. “E’ in pericolo di vita — spiega il medico che la segue — ma non è peggiorata. Lei, qui, è arrivata cosciente. Il problema è lo schiacciamento dell’arto inferiore. La fasciotomia ha avuto un buon esito per ora”. Anche se “la ripresa non è completa. Ma non rischia la gamba”. Ora, racconta ancora il medico di Teramo, “c’è una serie di complicanze renali”. Ed è “in pericolo di vita”.

 

La mamma e il papà non si staccano da lei. Se ne stanno in ospedale, a seguire anche il più piccolo cenno della piccola grande Eleonora che ha combattuto contro cinque piani di palazzina. Quelli che le sono piombati addosso nella notte maledetta. L’ospedale ha messo a disposizione una stanza. Mamma e papà si danno un cambio di notte. “Loro sperano, sono fiduciosi — dice il medico — non ci resta che sperare”. Il sindaco di Mondaino, Luigino Casadei, ha sentito il papà di Eleonora alle 19 di ieri sera. Riferisce: “Le condizioni sono stabili. Ci sono piccolissimi segni di miglioramento”. Resta instabile, invece, la terra. Che ancora ieri è tornata a tremare. Mondaino si stringe attorno alla sua Eleonora. L’aspetta a casa.

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