Dopo anni di relazioni altalenanti, finalmente possiamo celebrare il giorno della firma sull’Accordo di Cooperazione tra Italia e San Marino. Si tratta ancora di un accordo mancante di una serie di contenuti che sono stati a gran voce sollecitati dalle imprese e che si rivolgono allo sviluppo delle loro attività. Serviranno ulteriori negoziati per definire alcuni passaggi focali della collaborazione, ma se non altro è anche il primo passo in una direzione ben precisa: quella della normalizzazione dei rapporti tra i due Stati.
Ma già da questa settimana c’è immediatamente da rimettersi al lavoro con un altro obiettivo ben chiaro nella mente: l’entrata in vigore dell’Accordo contro le doppie imposizioni, parafato con l’Italia nell’ormai lontano 2002. Questo genere di accordo rappresenta infatti una assoluta necessità per lo sviluppo delle imprese.
Tornando alla cooperazione economica tra Italia e San Marino, non ci si deve dimenticare che a questo contesto vanno aggiunti necessariamente ulteriori contenuti: il riferimento è ai problemi dell’interscambio, agli albi professionali, alle questioni fiscali comprese quelle relative ai lavoratori transfrontalieri che, non dimentichiamolo, rappresentano un valore aggiunto per l’economia della Repubblica.
Non dobbiamo dimenticarci inoltre il fatto, non irrilevante, che la firma arriva dopo il gravissimo rischio di un blocco totale del sistema finanziario. L’auspicio ora è che il passaggio tra l’attuale sistema economico e quello futuro, basato su un rinnovato rapporto con l’Italia, ma anche sulle nuove regole richieste dagli Stati dell’Unione Europea, possa essere governato con l’apporto di tutte le forze del Paese che devono essere partecipi dei problemi delle soluzioni e della ricerca di nuovi punti di sviluppo. Anche perché il timore, in questi casi, è che si vada a sostituire l’attuale economia con una nuova idea di economia che però è soltanto un’idea, un’intuizione non qualcosa di veramente concreto. Occorre insomma fare passi estremamente accorti per non trovarci in una situazione davvero difficile per il Paese.
