Anzola Emilia: 67 lavoratori licenziati dalla logistica Conad. Sindacati e lavoratori chiedono responsabilità

Protesta contro la chiusura del magazzino: “Delegare senza assumersi le conseguenze è una forma moderna di sfruttamento” È esplosa in questi giorni la protesta contro la decisione di chiudere il magazzino logistico Conad di Anzola Emilia, con conseguente licenziamento di 67 lavoratori. Una scelta improvvisa che ha sollevato indignazione tra i sindacati, i dipendenti e numerose realtà solidali, che ora chiedono chiarezza e assunzione di responsabilità da parte di Conad e Legacoop.

La vicenda si è aperta il 6 maggio, quando ai lavoratori è stato annunciato l’imminente stop alle attività del sito. Il giorno seguente, la cooperativa Flexilog Italia, attuale appaltatore del servizio logistico, ha attivato la procedura di mobilità per il personale coinvolto.

Secondo i rappresentanti dei lavoratori, si è trattato di una decisione unilaterale da parte del gruppo Conad, formalmente giustificata come una “scelta commerciale”, senza possibilità di confronto né percorsi alternativi.

Un sito produttivo chiude, mentre il gruppo è in attivo

A rendere la situazione ancora più critica è il fatto che il magazzino di Anzola risulta pienamente operativo e inserito all’interno di un sistema logistico strategico per la grande distribuzione. Eppure, la proprietà ha deciso di interromperne le attività, nonostante i numeri del bilancio raccontino un’altra storia: Conad ha registrato un utile netto di 10,3 milioni di euro nel solo 2023.

Per sindacati e lavoratori, la vicenda mette in luce le distorsioni del sistema degli appalti, dove aziende madri, pur mantenendo il controllo operativo e beneficiando dei risultati, scaricano ogni responsabilità sociale e occupazionale sulle cooperative terze. In questo modo, il rischio di impresa e i costi umani finiscono sulle spalle dei lavoratori, che si trovano privi di tutele di fronte a decisioni prese altrove. “Delegare il lavoro senza assumersi le conseguenze dei licenziamenti è una forma moderna di sfruttamento”, è la dura denuncia che arriva da chi è coinvolto nella vertenza.

La richiesta: tutele, trasparenza e continuità occupazionale

Il licenziamento collettivo ha colpito decine di famiglie, generando un effetto domino in un territorio già provato dalle trasformazioni nel settore logistico. La richiesta dei lavoratori è netta: trasparenza sulle reali motivazioni della chiusura, continuità occupazionale e un’assunzione concreta di responsabilità da parte di Conad e delle realtà cooperative coinvolte.

La vicenda, sottolineano i promotori della protesta, rappresenta un grave attacco anche ai principi della cooperazione, che non possono limitarsi a slogan di responsabilità sociale scollegati dalla pratica quotidiana. Il richiamo è forte soprattutto a Legacoop, a cui si chiede di non rimanere in silenzio e di garantire soluzioni dignitose per i lavoratori coinvolti.