Presidente, cari Aderenti e graditi ospiti,
innanzitutto grazie di avere risposto, con la Vostra presenza, alla prima Assemblea Congressuale del nostro Partito, un importante appuntamento, come importante sarà il vostro contributo, utile alla ricerca del miglior sistema di sviluppo per garantire, anche alle nuove generazioni, benessere e prosperità al nostro Paese.
L’Assemblea Congressuale, dal titolo “Valorizzare l‘autonomia della Repubblica nell‘orizzonte Europeo“, è un momento rilevante per la storia del Partito dei Socialisti e dei Democratici.
Solo qualche anno fa abbiamo iniziato un percorso comune per costruire un partito moderno, dalle storiche tradizioni socialiste e democratiche, che si ispira ai valori del socialismo Europeo e dell’Internazionale Socialista, e dopo le elezioni del 2008 abbiamo ottenuto il consenso per essere il primo partito nella Repubblica, anche se tutto ciò è avvenuto mentre la coalizione, della quale facciamo parte, “Riforme e Libertà”, non è riuscita ad ottenere il consenso necessario per governare.
Stiamo vivendo una fase politica nuova, nella quale a mio avviso sono completamente cambiati gli elementi di riferimento e sulla quale oggi dovremo fare una serie di riflessioni, sulle quali incentrare il percorso che da domani dovremo percorrere.
L’incontro odierno, che è un primo momento di ampio confronto interno -dopo il Congresso Generale del dicembre 2007- è utile ai fini dell’aggiornamento e dell’adeguamento del “Progetto per San Marino” alle nuove esigenze imposte dal mutamento economico e politico del contesto globale, con cui la nostra Repubblica è costretta a confrontarsi.
In tal senso apprezzo il grande lavoro svolto dai Gruppi di progetto, che ci hanno proposto, in questa sede, una serie di modifiche ed integrazioni che, insieme, dovremo valutare ed eventualmente perfezionare. In qualità di Segretario, mi sento in dovere di ringraziare, a nome di tutto il partito, i responsabili e tutti i membri di questi gruppi, poiché il serio lavoro che hanno saputo produrre in questi mesi, sarà la base della linea politico-progettuale che seguiremo nella nostra azione politica ispirata da un profondo amore per la nostra Terra e dallo spirito di servizio verso la nostra comunità che, in Consiglio Grande e Generale -massima espressione della nostra antichissima democrazia- abbiamo l’onore di rappresentare.
Dunque, questa assise è un appuntamento importante, sia per il Partito che, e soprattutto, per il Paese. Un Paese che si trova al centro di una profonda crisi economica e che ha la urgente necessità di recuperare quella credibilità internazionale, messa a dura prova dagli ultimi eventi e dall’immobilismo, dall’incapacità del nuovo Esecutivo ad assumere posizioni chiare e decise sulle serie problematiche del Paese.
Care Compagne e Cari Compagni,
il Partito dei Socialisti e dei Democratici è un partito dinamico, forte delle esperienze maturate, in decenni e decenni, nato dai due più grandi e rappresentativi partiti della sinistra. Il Psd è un Partito che è stato capace di rispondere con scelte coerenti e coraggiose alle sfide che gli sono state lanciate.
Purtroppo, non tutte le forze politiche del panorama sammarinese hanno dimostrato lo stesso coraggio e la stessa coerenza. Una coerenza che noi, invece, manterremo anche in questo momento difficile, che -a seguito delle controverse e strumentali posizioni assunte da Alleanza Popolare- ci vede tornare sui banchi dell’opposizione dopo un periodo in cui si era riusciti -pur tra mille difficoltà, dettate soprattutto dall’arroganza e dalla scarsa cultura di governo di qualche componente dell’alleanza- a gettare le basi per una stagione di svolta riformista e di modernizzazione del sistema paese, caratterizzato da importanti riforme strutturali e mirate politiche internazionali ed economiche.
Una coerenza -dicevo- che anche nel nostro nuovo ruolo di opposizione consiliare ci vedrà fare dell’interesse collettivo la nostra priorità.
Ligi al profondo senso dello Stato, nel pieno rispetto dei singoli ruoli, ci siamo posti in maniera costruttiva nel dialogo con la maggioranza, determinati, comunque, nell’azione politica consiliare e nello stesso tempo attenti osservatori nei confronti dell’operato del governo.
Non è più tempo del “tanto peggio, tanto meglio!!!”. Per San Marino si potrebbe prospettare un futuro molto difficile. Se la maggioranza costruita attorno alla Democrazia Cristiana non sarà in grado di far fronte alle esigenze del Paese -e da sola non sembra certo in grado di farlo-, il Psd, nel suo ruolo di partito di maggioranza relativa, rappresentativo della sinistra socialista, moderna, moderata e riformista, dovrà assumersi, al di la di ogni ispirazione di parte, in primo luogo la responsabilità di farsi carico dei problemi e degli interessi del paese.
Questo appuntamento si inserisce proprio in questa linea, di garantire dai banchi dell’opposizione una politica all’insegna della costruttività e della progettualità, in quanto le scelte che la politica farà oggi, saranno determinanti e funzionali alla qualità della vita, nella San Marino dell’immediato futuro.
Il “Progetto per San Marino” rappresenta un messaggio di libertà e di sviluppo finalizzato al bene comune, alla pari dignità di ogni cittadino e ha già rappresentato la base dei programmi di governo dei precedenti esecutivi a guida Psd.
E’ un progetto globale di sviluppo della nostra Repubblica, ispirato ai valori e agli ideali storici della sinistra democratica e riformista e -come chiaramente sottolineato nella premessa dello stesso “Progetto per San Marino”-, intende fornire una proposta organica per favorire la futura società delle libertà e dei diritti-doveri, in contrasto con una società sempre più povera di valori sociali ed umani.
Tale proposta fonda le sue radici: sull’impegno e sull’azione comune, a sostegno dei deboli, contro i poteri che restringono le libertà nell’economia, nell’informazione, nelle istituzioni e nella società. Definisce i contenuti del moderno riformismo, esalta gli ideali ed i principi fondativi, affronta le problematiche del Paese, sviluppando le proposte per ammodernare, perfezionare le istituzioni; potenziare ed aggiornare lo stato sociale, il sistema scolastico e formativo, il sistema economico, le relazioni esterne ed i metodi di gestione della cosa pubblica.
Non è un caso, quindi, che la prima stesura, che oggi insieme e grazie al lavoro dei sei Gruppi di Progetto andremo ad adeguare, è stata la base per tracciare le linee di ogni programma di Governo.
Attraverso il “Progetto per San Marino”, il Psd si assume la responsabilità di una guida politica e culturale, che dall’analisi del declino di un controverso ed incompatibile modello di sviluppo, le cui prospettive sono oggi venute a mancare, intende indicare le ragioni e le direzioni di un nuovo sistema economico, politico e sociale che promuova la responsabilità, la libertà, la meritocrazia, l’intelligenza e la solidarietà dei suoi cittadini.
Non scendo volutamente nei dettagli tecnici del Progetto per San Marino e soprattutto nelle modifiche e/o integrazioni apportate, in quanto i relatori che mi hanno preceduto lo hanno fatto in modo puntuale, ma desidero ribadire che nelle relazioni sono contenuti gli strumenti per una forte azione politica, mirata a rendere la nostra Repubblica una vera Terra delle pari opportunità, della legalità e del benessere culturale e materiale. Dopo aver ricordato la nostra Storia e ribadito i nostri valori ed ideali, il progetto analizza la situazione politica, per poi arrivare a definire i progetti ed i programmi da percorrere in materia di istituzioni, stato sociale, territorio, cultura, economia, relazioni esterne, per concludere con l’indicazione del miglior metodo da adottare per affermare, nella politica del Paese, le scelte precedentemente indicate.
Uno strumento preposto ad affermare, nel Paese, i valori storici della sinistra sociale e moderna, che è oggi rappresentata dal Partito dei Socialisti e dei Democratici. Un partito, fondato sulle comuni radici dell’Arengo del 1906, di cui si celebra oggi il 103° anniversario ed, impegnato ad affermare gli ideali ed i valori tradizionali del Socialismo sammarinese, del pensiero laico, liberale e di quello cristiano sociale.
Dunque, il Partito dei Socialisti e dei Democratici, come sottolineato nel suo statuto, è un partito basato sui principi della democrazia paritaria e partecipata, della sussidiarietà e della solidarietà, della partecipazione, dell’impegno e della responsabilizzazione.
Valori, questi, che hanno ispirato il confronto e successivamente la stesura del Progetto per San Marino. Valori e dunque progetti che il Psd, nel recente periodo in cui è stato al governo, stava valorizzando -con gli alleati che ne condividevano gli obiettivi e le basi- nella costruzione di una San Marino più efficiente, più solida, più internazionale.
Il PSD ha investito molto, affinché, la politica sammarinese possa finalmente compiere una evoluzione per realizzare quelle riforme strutturali, di cui il Paese ha estrema necessità, anche attuando scelte coraggiose.
Siamo stati il soggetto politico che ha lavorato in prima linea, affinché, fosse ridefinita la legge elettorale, nella consapevolezza che l’introduzione di una serie di elementi di novità, come le coalizioni, potessero dare nuova linfa e stabilità al sistema politico sammarinese.
L’idea era interessante, anche se alla fine la politica è fatta dalle persone e quindi il quadro politico odierno vede il “Patto per San Marino” governare in piena restaurazione, ostaggio degli attriti presenti fra le otto forze che compongono la maggioranza.
Sarebbe fin troppo facile fare della demagogia su quanto sta accadendo in questi mesi e su cosa il Governo non è riuscito a fare nei suoi primi centoventi giorni. Vi ricorderete promesse, anatemi lanciati verso il nostro Partito in campagna elettorale e la situazione pone in evidenza come tutte le accuse lanciate verso il nostro Partito sono state ingiustificate e come una coalizione che è riuscita, sotto l’aspetto numerico, a vincere le elezioni, non ha la coesione politica per governare il Paese in una fase complessa, nella quale sono richieste idee e progetti e soprattutto la capacità di compiere delle scelte lungimiranti per il Paese.
In molti scommettevano su un PSD confuso ed allo sbando ed invece ci presentiamo a questa prima Assemblea Congressuale, dopo le elezioni politiche, più forti e motivati che mai; pur convinti di dover analizzare e comprendere anche gli errori commessi nel passato, e ne abbiamo sicuramente commessi, per poter avere una visione più chiara del percorso che si vuole compiere.
Abbiamo, dopo le elezioni politiche del 2006, le prime dopo l’unificazione, scommesso su un progetto politico completamente nuovo, nel quale insieme a Sinistra Unita ed Alleanza Popolare intendevamo realizzare le riforme di cui il Paese aveva necessità.
Quanto è accaduto dopo è noto a voi tutti, tensioni, crisi di governo, difficoltà a dialogare con alleati e mi riferisco, in particolare modo, ad Alleanza Popolare, che alla luce dei fatti ha dimostrato di non avere mai creduto, fini in fondo, nel nostro progetto.
Purtroppo, qualcuno quando si è trovato costretto ad abbandonare la politica del dire a favore “di quella del fare“, ha rinnegato gli impegni che aveva preso, di fronte agli alleati e di fronte ai cittadini, nel momento in cui aveva sottoscritto il programma di governo.
Un partito che, evidentemente, aveva sottoscritto il programma di governo, col solo obiettivo di garantire ad alcuni sui dirigenti le poltrone del comando, non importava con chi o con quale progetto.
Una politica incoerente e controversa, questa, che anche oggi Alleanza Popolare sembra continuare a perseguire. Come può un partito che ha fatto del rinnovamento una sua bandiera -mi chiedo- sostenere ed aderire ad un governo guidato dalla solita faccia?
Alleanza Popolare, con i suoi continui stop imposti, ha vanificato la prima grande occasione di affermare nel Paese, “il Progetto per San Marino”, con le sue innovazioni ed i valori che lo hanno ispirato. Prova ne è l’ultima batosta presa in Consiglio sulla questione giustizia, AP è rimasta sola ed abbandonata dalla stessa maggioranza di cui ne fa parte.
Nell’ultima e recente consultazione elettorale, la coalizione “Riforme e Libertà”, al pari del Psd, ha ottenuto un grande risultato. Ma non è stato sufficiente a superare l’ammucchiata avversaria che, nonostante l’alta litigiosità interna, evidenziata già in campagna elettorale, poteva contare su una infinità di partiti e quindi di voti. Poi, nella definizione del governo sono –metaforicamente- volati coltelli. Infatti, oggi, ci troviamo guidati da un governo che non ha la capacità di governare, in quanto sostenuto da una maggioranza divisa, sia negli ideali di base, che negli obiettivi, oltre che nei personalismi.
E ciò perché hanno compreso, purtroppo tardi, che un governo simile, sostenuto da una coalizione troppo eterogenea politicamente, non è in grado di garantire al Paese le riforme e gli interventi necessari.
Per questo motivo il nostro partito, pur nel rispetto dei ruoli, ha il dovere di attuare una politica costruttiva e di favorire il confronto, mettendo in campo la sua progettualità. In questa direzione deve trovare una maggiore e piena coesione anche la nostra coalizione.
Ne va del nostro futuro, del futuro di San Marino e delle sue giovani generazioni.
La situazione di precarietà politica ha, a mio avviso, posto una serie di difficoltà, che nonostante l’ottima riuscita del Congresso del dicembre 2007, non ci ha portato a concentrarci sull’attività di partito.
Una delle lacune che posso, infatti, rilevare è che, dediti all’attività di governo, abbiamo trascurato la vita di partito ed impegnati a costruire la coalizione, con la quale ci siamo presentati alle elezioni del 2008, non abbiamo dedicato energie sufficienti per consolidare il percorso del Partito.
Questa mia riflessione non vuole essere un’accusa a nessuno, ma solo un rilievo che per primo, in qualità di Segretario, mi sento di fare in quanto devo dire, cari compagne e compagni, che in questi anni il PSD ha lavorato molto e si è impegnato su tanti fronti, esprimendo energicamente nuovi progetti, senza poi ricevere tutte le soddisfazioni, che invece avrebbe meritato.
Nessuno nella primavera 2006 avrebbe scommesso un euro sulla possibilità di garantire il sistema politico istituzionale dell’alternanza democratica di governo, noi l’abbiamo fatto.
Nei giorni che hanno preceduto questo appuntamento ho avuto modo di parlare con tanti aderenti in merito all’aspettative che ci sono verso il futuro del Partito e mi sento di potere dire, da questa tribuna, che stiamo per iniziare una nuova fase del nostro percorso politico, nella quale attraverso un serrato dialogo interno, è necessario costruire le fondamenta per dare maggiore incisività alla nostra azione politica.
Il PSD è un partito di ispirazione popolare, sintesi delle migliori tradizioni della sinistra sammarinese, che hanno nel rapporto diretto con il cittadino, ed in questo desidero lanciare a tutti gli i compagni un appello, affinché, privilegino il rapporto con la gente.
Questo è necessario per rilanciare il dialogo, senza preclusioni, con tutte le forze riformiste del centro, anche dell’altro schieramento, di matrice socialista, liberale e cattolica, che per svariate ragioni hanno scelto di collocarsi nella coalizione avversaria; quell’apertura già manifestata apertamente durante il nostro ultimo congresso, attraverso il documento politico e la risoluzione conclusiva.
Insieme a Sinistra Unita, ai Sammarinesi per la Libertà ed ai Democratici di Centro, – anche se comunque qualcosa è mancato – abbiamo costruito una coalizione, che ha avuto il merito di aver proposto delle reali novità programmatiche. I sondaggi, il destino e tanti altri fattori ci davano perdenti; non siamo riusciti a raggiungere il risultato che ci eravamo prefissi – o forse sperato -, ma penso che con dignità ed altrettanta serenità, abbiamo accettato il responso degli elettori e con dispiacere non siamo riusciti a raccogliere il consenso necessario per governare il Paese, auspicato anche da tanti giovani.
Riforme e Libertà deve avviare una riflessione su quale percorso intraprendere superata questa fase. Ci sono compagni delle differenze anche sostanziali su alcuni punti sui quali dobbiamo fare delle riflessioni, affinché l’azione politica possa divenire più incisiva.
Nei prossimi mesi ci attendono appuntamenti importanti ai quali dobbiamo giungere preparati e soprattutto aumentare la coesione interna.
La Repubblica di San Marino come tanti altri Stati sta vivendo, infatti, una delicata fase congiunturale nella propria economia, accentuata anche dalla difficoltà di rapporti a livello bilaterale con l’Italia e con le criticità nel settore bancario e finanziario.
Siamo stati accusati di essere l’origine del problema ed i nostri accusatori nella foga di scagliare il sasso della colpa si sono dimenticati di essere stati tutti, chi più chi meno, artefici della politica degli ultimi vent’anni. E’ semplice scaricare su altri la propria incapacità ad affrontare i problemi.
Proprio in questi giorni il Governo ha annunciato l’imminente sottoscrizione dell’accordo di cooperazione economica con l’Italia, dopo un solo incontro di carattere tecnico avvenuto lo scorso 19 marzo; durante il dibattito Consiliare di ieri, il Segretario di Stato Mularoni, non ha fornito alcun testo o documentazione, relativo all’accordo, ma si è semplicemente limitato a comunicare che la questione più importante, quella fiscale è rinviata a prossimi incontri. Questa posizione ci preoccupa fortemente, in quanto temiamo che proprio su questa questione il Governo sia intenzionato a non chiedere una giusta contropartita.
Purtroppo le figuracce del Governo in questi primi centoventi giorni di vita sono molte, così come sono molti i tentativi di restaurare la gestione del potere di tipo clientelare e personalistico, premiando fratelli, amici; piegando anche situazioni rilevanti per i destini del Paese, al più bieco uso del manuale Cencelli, nel quale si tralascia la meritocrazia e si premiano i fedelissimi del governo e di alcuni capi del Governo.
Il Partito dei Socialisti e dei Democratici, care compagne e compagni, sente forte l’appartenenza a questo piccolo Stato e non può rimanere con le mani in mano in attesa del fallimento dei suoi avversari politici. Oggi abbiamo il dovere di dare il nostro contributo per risollevare la nostra Repubblica. Ma lo facciamo consapevoli che il Paese ci guarda e ci osserva con sempre maggiore interesse ed attenzione. Con questa Assemblea Congressuale consegneremo al Paese un Progetto globale, moderno, efficace ed attuabile, utile alla rilancio economico di San Marino.
E’ su questo che oggi il Partito dei Socialisti e dei Democratici deve puntare per riportare gli ideali del riformismo ad avere un peso predominante nelle scelte politiche, da cui dipende il futuro della nostra Repubblica e, quindi, il benessere della comunità.
Il PSD deve puntare sulla progettualità, sull’ammodernamento della propria struttura organizzativa interna per favorire una maggiore partecipazione degli aderenti alla vita del partito e, soprattutto, deve puntare sull’impegno, dimostrato anche dalla realizzazione dell’evoluzione di questo progetto, di tanti giovani, ai quali si deve prestare la dovuta attenzione e riservare la piena partecipazione alla vita politica del Partito, – il canale è stato aperto, molti sono i giovani che si distinguono nell’impegno, – in quanto rappresentano il futuro del nostro partito e del nostro Paese.
Il PSD è impegnato su questo fronte e ne ha dato prova in tante e diverse occasioni, non ultima l’attenzione a loro rivolta, attraverso l’avvio di corsi di formazione politica, che hanno riscontrato un primo esito positivo ed un primo successo, grazie alla congrua ed attiva presenza di tanti giovani. A loro dobbiamo prestare attenzione ed aprire nuovi spazi politici, attraverso un percorso ed un processo democratico, condiviso ed allargato.
Il Psd deve lavorare unito e deciso, e nello stesso modo anche la coalizione, favorendo il dialogo con quelle forze moderate e di centro del panorama politico sammarinese, che vogliono dare al Paese risposte concrete e coraggiose.
Il PSD è, come la sinistra vincente nel mondo -ultima in ordine di tempo ad El Salvador e poco prima negli Stati Uniti-, una forza che guarda con attenzione e si fa guardare con attenzione da tutte le forze centriste, laiche, cattoliche e moderate.
Verso queste componenti politiche, per affermare nel Paese i nostri valori, abbiamo l’obbligo di guardare. Perché più il centro-sinistra sarà forte, più il Paese potrà guardare con ottimismo verso il suo futuro!
Grazie a tutti e buon lavoro.