Cos’è Chat Control 2.0 e perché secondo gli esperti di sicurezza metterà a rischio la privacy degli europei
di Velia Alvich
La proposta europea mira a combattere la diffusione di materiale pedopornografico. Ma per gli attivisti si tratta del primo passo verso la sorveglianza di massa
Proteggere i minori o la privacy degli utenti europei? Combattere la pedopornografia oppure lottare contro la sorveglianza di massa? Una semplificazione estrema, ma il percorso di Chat Control si riassume così. Da un lato le istituzioni europee, che due anni fa hanno avviato l’iter di un regolamento per controllare e ridurre la diffusione di materiale pedopornografico. Dall’altro, invece, l’allarme di attivisti ed esperti di privacy: il sistema che sarà implementato rischia di erodere il diritto alla riservatezza degli utenti.
Due posizioni antitetiche, numerosi dubbi, timori e domande a cui trovare una risposta. Il tempo, però, sta scadendo. Anche se il voto sul tema è stato ancora una volta rimandato, non manca molto prima che Parlamento e Commissione europea prendano una decisione.
L’obiettivo è semplice: impedire la condivisione di materiale pedopornografico. Per fare ciò, la proposta è di obbligare i provider della comunicazione a implementare una tecnologia per il controllo di tutto quello che gli utenti condividono nelle chat.
Per fare ciò, ogni immagine, video o link verrebbe controllato dal sistema prima di essere cifrato e inviato all’altra persona. Per esempio, nelle conversazioni criptate su WhatsApp e Signal (ma anche Telegram, quando viene creata una chat con cifratura end-to-end) ogni immagine viene scansionata prima dell’invio effettivo. In quel momento, la tecnologia confronta il file con un database segreto di immagini già intercettate e censite. Se si trova un riscontro, l’immagine viene bloccata e le autorità allertate immediatamente.
Un provvedimento che coinvolgerebbe ogni piattaforma di comunicazione, dalle app di messaggistica ai servizi email, alla quale gli utenti possono decidere di sottrarsi. A prezzo, però, di non poter più inviare foto o video in chat.
La versione precedente del sistema prevedeva anche l’utilizzo di un’intelligenza artificiale per verificare la presenza di immagini di abusi su minori che, invece, non sono state mai censite e quindi non sono presenti nel database. Questa parte della proposta è stata rimossa nella speranza di agevolare l’approvazione del regolamento. Tuttavia per gli attivisti non è sufficiente e non è possibile trovare un compromesso.
Un assalto alla privacy degli utenti europei: per gli attivisti e per alcuni membri del Parlamento europeo che si stanno opponendo a questa misura, Chat Control è solo un passo in avanti verso la sorveglianza di massa.
Al timore che venga violato il diritto alla riservatezza, si aggiungerebbe anche il pericolo di aprire le porte ad hacker o potenziali fughe di dati, considerato che l’interruzione del flusso di cifratura renderebbe più vulnerabile il sistema.