Attivamente San Marino. Verso una Protezione Civile più resiliente e inclusiva

Negli ultimi anni anche San Marino si trova a fare i conti con fenomeni atmosferici sempre più intensi e improvvisi. Il cambiamento climatico non è più una previsione per il futuro, ma una realtà concreta che si manifesta con precipitazioni violente, grandinate improvvise, venti fortissimi e, sempre più spesso, con episodi di “downburst”: raffiche discendenti di vento che, scendendo da nubi temporalesche, possono causare ingenti danni in pochi minuti.

Di fronte a questo scenario nuovo e in continua evoluzione, la nostra Protezione Civile è chiamata a un compito non semplice: aggiornare strumenti, piani e competenze per garantire sicurezza e soccorso a tutta la popolazione.

Noi non siamo esperti in materia, ma come associazione sappiamo quanto sia fondamentale che, nelle emergenze, siano esse incendi, terremoti o altro, nessuno venga dimenticato. Parlare di “tutta la popolazione” significa riconoscere che esistono persone con bisogni specifici, che in situazioni critiche diventano ancora più vulnerabili.

L’articolo 11 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità è molto chiaro: gli Stati hanno l’obbligo di adottare misure adeguate per proteggere le persone con disabilità in caso di disastri naturali ed emergenze umanitarie. Questo principio deve valere anche per San Marino, traducendosi in azioni concrete: formazione degli operatori, piani di evacuazione accessibili, comunicazioni diffuse in modalità comprensibili e inclusive.

Avevamo già sollevato il tema in passato, almeno in un paio di occasioni – “Si salvi chi può” e “Un piano soccorsi senza barriere – anche a San Marino” – evidenziando un rischio che rimane ancora attuale: che, al momento dell’allerta, non tutti abbiano realmente le stesse possibilità di mettersi al sicuro. Spesso, infatti, le procedure non tengono conto delle diverse condizioni fisiche, psichiche, sensoriali o delle situazioni di vita delle persone.

Oggi, anche alla luce degli spunti che arrivano dall’Italia, dove la Protezione Civile ha avviato un percorso verso una maggiore inclusione, appare sempre più evidente che nemmeno San Marino può permettersi di rimandare. È il momento di promuovere, anche nel nostro Paese, una cultura della prevenzione e del soccorso che non lasci indietro nessuno. Significa aggiornare i piani esistenti, prevedere percorsi formativi specifici, rafforzare il coordinamento con le associazioni, e garantire che le informazioni di emergenza siano sempre diffuse in maniera accessibile.

Forse qualcosa si sta già muovendo e non ne siamo a conoscenza: se così fosse, non possiamo che rallegrarcene. Se invece nulla è ancora stato avviato, crediamo che non ci sia più tempo da perdere. Il clima non aspetta, e ogni nuovo evento estremo ci ricorda che la vulnerabilità riguarda tutti, ma in modo particolare chi ha meno strumenti per affrontare l’emergenza.

San Marino ha le competenze e la sensibilità per essere all’avanguardia anche su questo fronte. È un passo che non possiamo permetterci di rimandare, perché la sicurezza vera è quella che non lascia nessuno indietro.