Aulocetus, alias Titanocetus, tornerà a San Marino? … di Paolo Forcellini


L’Aulocetus Sammarinensis, noto come Titanocetus per il legame simbolico con il Monte Titano, è stato recentemente oggetto di un ampio dibattito durante l’ultimo Consiglio Grande e Generale. L’istanza d’Arengo presentata richiede la restituzione del fossile originale alla Repubblica di San Marino, attualmente esposto nel Museo Cappellini presso la Facoltà di Geologia dell’Università di Bologna.

Questo fossile di balenottera miocenica fu scoperto nel 1897 durante l’estrazione di pietra nella cava di Luigi Reffi, situata dietro l’ex Liceo Ginnasio, alla fine di Via Salita alla Rocca. È stato uno dei ritrovamenti più importanti per la paleontologia sammarinese, che vanta una ricca collezione di fossili marini e microfossili.

L’Aulocetus rappresenta un simbolo significativo per la comunità scientifica. Tuttavia, l’estrazione continua delle pietre, necessarie per la costruzione del Palazzo del Governo, ha impedito il recupero completo del fossile, causando la perdita di parti essenziali dello scheletro.

Il professor Cappellini, informato del ritrovamento dal museo di paleontologia di Bologna, si recò a San Marino per supervisionare i lavori di recupero. Alla fine, il fossile fu acquistato e trasferito al museo bolognese. Alla fine del XX secolo, il Museo Cappellini realizzò una replica in gesso del fossile, donandola al Centro Naturalistico Sammarinese di Borgo Maggiore.

Il ritrovamento del Titanocetus è stato cruciale per la scienza stratigrafica, poiché ha fornito una datazione precisa dell’orizzonte in cui è stato trovato. Le parti esposte del fossile includono il cranio, la mandibola e alcune vertebre, mentre altre sezioni sono andate distrutte durante l’estrazione.

Con l’approvazione dell’istanza da parte del Consiglio Grande e Generale, il Governo di San Marino, tramite la Segreteria di Stato competente, è incaricato di negoziare con il Museo Cappellini per ottenere la restituzione dell’Aulocetus, noto anche come Titanocetus Sammarinensis. Questa non sarà una trattativa facile, e si spera di evitare una situazione simile a quella tra Grecia e Regno Unito riguardante i marmi del Partenone, attualmente esposti al British Museum di Londra.

Paolo Forcellini, LO STRADONE