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La notizia non è di quelle che passano inosservate, Tik Tok il colosso cinese del social network ha appena pagato una multa di 3,5 milioni di euro allo Stato di San Marino in seguito ad una sanzione emessa dall’Autorità Garante dei Dati Personali della Repubblica, per non avere rispettato le regole sul controllo dell’età dei minori che utilizzano Tik Tok. La multa è stata irrogata dall’Autorità Garante sammarinese, e Giornalesm ha raggiunto l’Avvocato Patrizia Gigante che ne é componente fin dalla sua costituzione.
Avvocato Gigante cosa può dirci di questa sanzione?
Del provvedimento e del pagamento effettuato da TIK TOK non intendo parlare visto che attualmente pende il procedimento di impugnazione proposto da Tik Tok.
Allora cosa può dirci però di questa questione che riguarda i minori, che cosa si intende per controllo dell’età dei minori da parte dei social?
Si tratta di un tema molto chiaro a mio avviso. Perchè un minore di 16 anni possa utilizzare i social, in base alla legge vigente sia a San Marino che nell’Unione Europea, ci deve essere il consenso del genitore o di chi ne ha la responsabilità, in quanto l’utilizzo comporta il trattamento di dati del minore medesimo. Pertanto, se non vi è tale consenso, la piattaforma social non dove attivare il servizio al minore.
Quindi ci vuole dire che i ragazzi sammarinesi minori di 16 anni devono avere il consenso dei genitori per attivare un social come Tik Tok, Facebook, Instagram, etc. …
Si esattamente.
Ma mi scusi, non pensa che una norma di questo tipo sia in contrasto con una sempre più rapida evoluzione della società dell’informazione e del web in generale? Non crede che la posizione della vostra Autorità possa risultare anacronistica o impopolare, visto che oggi non si fa altro che parlare di intelligenza artificiale e di una economia del web nella quale i social sono colossi sempre più potenti e in grado di orientare i comportamenti delle persone?
Assolutamente no. La sua domanda è molto densa e sintetizza il pensiero di alcuni di coloro che operano nel web e che aspirano probabilmente a liberarsi da ogni regola pensando che questa sia libertà, quando è esattamente il contrario. Non esiste libertà senza regole e ciò è tanto più vero quando si ha a che fare con la protezione dei dati personali. Il web e tutto il mondo dei social si nutrono ogni giorno dei nostri dati personali: foto, video, messaggi, mail, informazioni di ogni tipo che vengono immessi in rete e che consentono di definire chi siamo nei dettagli più intimi. I social in meno di vent’anni sono diventati enormi serbatoi di dati e molti di quei dati appartengono ai nostri figli. Il brutto è che nè loro nè noi genitori siamo realmente consapevoli di quali possano essere i rischi che da ciò derivano. Una foto che ritrae nostro figlio in un momento particolarmente buffo o intimo potrebbe essere utilizzata per bullizzarlo o peggio ancora potrebbe finire nel dark web, visualizzata infinite volte dai peggiori individui. Quindi, per tornare alla sua domanda, è proprio in una società tecnologicamente molto evoluta che serve non solo scrivere le regole ma anche farle rispettare. Ed è quello che come Autorità Garante stiamo facendo.
Quindi dobbiamo temere il web? Ma non pensa che con internet e i social la nostra vita sia cambiata in meglio?
Non spetta a me esprimere giudizi morali sull’evoluzione tecnologica e sui fenomeni che sta generando, il mio ruolo di Garante mi impone di sorvegliare che le regole siano rispettate e che la sfera personale di ciascun sammarinese sia adeguatamente sicura specialmente se si tratta di minori. Sorvegliare non equivale certo a demonizzare, penso che il problema non sia lo strumento ma come lo si utilizza. e questo è certamente il mio pensiero anche sui social.
Mi scusi se insisto ma non pensa che i minori sammarinesi possano rimanere indietro rispetto ai loro coetanei di altri Paesi se non hanno libero accesso a Internet?
Certamente no, anzi penso che se non sono lasciati a loro stessi possano diventare un esempio per i ragazzi di Paesi molto più grandi ma sicuramente meno evoluti sul piano della protezione dati. Tenga presente che il libero accesso dei minori al web e ai social non rappresenta certo un termometro idoneo a misurare la qualità ed il livello dell’educazione e della tutela garantita ai minori. Per fare un esempio, l’Australia, che rappresenta un punto di riferimento nella gestione dei servizi per l’infanzia e l’adolescenza, ha del tutto vietato l’utilizzo dei social da parte dei minori di 16 anni.
Ma secondo lei i ragazzi sammarinesi capiscono quello che fate? Lo condividono?
Guardi, noi abbiamo organizzato diversi incontri con gli studenti delle scuole medie di San Marino e stiamo mettendo a punto ulteriori iniziative destinate anche ai più piccoli. Nel corso di questi incontri mi sono resa conto che i ragazzi sammarinesi sono intelligenti e consapevoli del fatto che il web e i social possono nascondere grosse insidie e che capiscono la necessità di regole e controlli. Durante il primo incontro organizzato in una scuola media abbiamo spiegato per circa un’ora perchè è importante proteggere i propri dati e perchè è tanto più importante farlo fin da quando si è molto giovani. Alla fine dell’incontro mi è venuto un dubbio e gli ho chiesto se sapevano, al di là del nome, cos’era l’Autorità Garante e cosa faceva. C’è stato qualche minuto di imbarazzante silenzio, dopodiché gli ho spiegato che tra i compiti dell’Autorità Garante c’è quello di fare vere e proprie indagini per capire chi e come viola i loro diritti. Questo li ha stupiti molto, un ragazzino ha chiesto quasi scioccato: “Ma quindi se voi chiedete qualcosa a Facebook loro devono rispondere? Rispondere a San Marino?”. Di fronte alla mia risposta affermativa i ragazzi sono sembrati ancora più scioccati all’idea che un social, che loro percepiscono evidentemente come una sorta di “Golia”, risponda ad un paese piccolo come San Marino e ne rispetti le decisioni. Le garantisco che l’orgoglio dei ragazzi era tangibile e questo, lo dico francamente, mi ha emozionato.
E i genitori?
Vorremmo organizzare iniziative per sensibilizzare anche gli adulti sui temi di cui stiamo discutendo. Capiamo la difficoltà di controllare ragazzi che sono in media tecnologicamente più evoluti di noi genitori, ma questo non vuol dire che si debba rinunciare al controllo e abdicare al proprio ruolo.
Un’ ultima domanda avvocato: su cosa state lavorando attualmente? Chi altro vi deve temere?
Non posso ovviamente dire nulla sul lavoro dell’Autorità Garante in corso, sa com’è, esiste la privacy a San Marino! Al di là delle battute però ci tengo a chiarire che non siamo degli autovelox messi lì a fare multe ai social, chi rispetta le regole non ci deve assolutamente temere anzi, siamo estremamente disponibili a collaborare con tutti coloro che vogliono contribuire a far si che il prezzo per l’accesso alle tecnologie da parte dei sammarinesi non sia costituito da un uso non corretto dei loro dati personali. Quello che però è inaccettabile è che vi siano aziende che pensano di poter ottenere enormi ricavi senza investire sulla sicurezza dei loro utenti e senza rispettare le regole, e questo non riguarda solo il web. Le soluzioni tecnologiche esistono, bisogna investire bene e in fretta per attuarle senza temere di perdere utenti, laddove, al contrario, chi è in grado di offrire servizi più sicuri per i nostri figli appare ben più appetibile.