A partire da questa estate, il batterio New Delhi ha ucciso oltre 30 persone. I sintomi principali? Febbre, infezione del tratto urinario, eruzione cutanee improvvise e dolori al torace
Si chiama New Delhi il batterio killer che sta terrorizzando la Toscana e che, nel giro di pochi mesi, ha causato decine di vittime e infettato più di 60 persone.
L’area maggiormente colpita si estende dalla località da Piombino fino a Pontremoli, passando per la Versilia mentre le città più colpite sono Pisa e Livorno, dove si è registrato il maggior numero di decessi sospetti. Al momento i morti sono 32, ma potrebbero presto aumentare.
Che cos’è il batterio New Delhi
Il New Delhi è un virus indiano resistente agli antibiotici, compresi quelli di “secondo livello”, come spiega Giulia Gemignani, dottoressa della direzione medica dell’ospedale Cisanello di Pisa: “È un batterio normalmente presente nella flora intestinale. Quello che si sta diffondendo è l’evidenziazione in questo germe di un meccanismo di resistenza per un gene che prima non era così diffuso in Italia e che era stato segnalato solo in casi sporadici“.
L’Ecdc – il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie – in un rapporto del 4 giugno scorso ha parlato di un focolaio senza precedenti “la cui origine non è stata ancora determinata“. Sembrerebbe infatti che il batterio sia stato isolato per la prima volta nel 2008 in un turista svedese, tornato dopo un viaggio in India. Ma tra il novembre del 2018 e l’agosto del 2019, in Toscana, il batterio, che nei pazienti che lo contraggono ha un indice di mortalità del 40%, è stato isolato nel sangue di 75 persone ricoverate con patologie gravi.