“Tre case su quattro saranno agibili in 30 giorni”. Lo ha detto il premier Sivio Berlusconi, durante la sua settima visita in Abruzzo, durante una conferenza stampa con il sottosegretario alla Protezione Civile Guido Bertolaso.
“Lo Stato ricostruirà il 100% delle case che sono state distrutte o lesionate dal terremoto”, ha proseguito il Presidente del Consiglio. “Se qualche cittadino, poi, volesse costruire per se stesso la casa altrove – ha chiarito Berlusconi – lo Stato ricostruirà ovunque la sua casa distrutta ma farà anche di più: darà a quel cittadino un contributi tra il 33 e il 50% e la possibilita’ di coprire la restante parte con un mutuo trentennale. In sostanza – ha chiarito Berlusconi – farà una cosa aggiuntiva, cioè quel cittadino manterrebbe comunque la proprieta’ della casa precedente, lesionata o distrutta e ricostruita”.
Inoltre – ha aggiunto – “stiamo lavorando sulla possibilità di realizzare nuovi quartieri edificabili in cinque mesi”. Il premier è anche tornato sulla questione della new town, spiegando che ‘’ha impropriamente spaventato qualcuno”. “Non c’è nulla da preoccuparsi – ha aggiunto -. In questi nuovi quartieri punteremo a costruire case tecnologicamente avanzate che non saranno, a emergenza finita, mostruosita’ inutili, ma che potranno in seguito diventare dei campus per gli studenti”.
Lo scopo dell’operazione è quello di “raddoppiare il numero degli studenti presenti nel distretto dell’Aquila, che troveranno non case di fortuna ma veri e propri appartamenti da 50 metri quadrati’’.
“Nel prossimo Consiglio dei ministri (che si svolgerà sempre a L’Aquila venerdì prossimo) – ha proseguito – il ministro Bondi mi darà l’elenco dei primi 38 edifici” su cui intervenire. Si tratta della “lista di nozze – ovvero l’elenco di beni artistici – che invierò” ai leader stranieri che da subito si sono proposti per aiutarci. ”E’ bene che si proceda subito su questo fronte. Dunque, la prossima settimana inizierò a fare le telefonate necessarie”.
Non è nemmeno mancato un accenno alle inchieste della magistratura per stabilire eventuali responsabilità. “Ben vengano le inchieste”, ha detto il premier che però invita a concentriarsi sulla ricostruzione. Il presidente del Consiglio invita anche la stampa “a non riempire i giornali” solo di inchieste.
“Ben vengano le inchieste ma prima di asserire le responsabilità, ci devono essere delle cose convincenti”, dice il Cavaliere che ricorda le parole del padre: “Mio padre diceva che se uno nasce con intenzione di fare del male ha tre scelte: fare il delinquente, il pm o il dentista. I dentisti si sono emancipati e adesso esiste l’anestesia…”.
Pungolato dai giornalisti, il Cavaliere ha ribadito il concetto a microfoni spenti: “È giusto che ci siano le inchieste giudiziarie, ma per favore non perdiamo tempo. Impieghiamo il nostro tempo sulla ricostruzione e non andiamo dietro a cose che ormai sono successe. Come ho detto se qualcuno è colpevole, pagherà, ma per favore, non riempiamo le pagine dei giornali di inchieste…”.
Proprio in merito a quest’ultimo punto è arrivata la risposta del Procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale dell’Aquila, Alfredo Rossini, che ha aperto un’inchiesta sui crolli degli edifici nel capoluogo abruzzese per il sisma del 6 aprile. “Non siamo di ostacolo alla ricostruzione e non vedo che rapporto ci sia tra questa e l’accertamento delle responsabilità”, ha detto.
Il presidente del Consiglio “forse è stato frainteso – dice Rossini – perché ci ha sempre dichiarato stima. Noi facciamo solo il nostro lavoro: sono atti obbligatori, dovuti in base alla legge che ci regola e stiamo cercando di accertare eventuali responsabilita’ il piu’ velecemente possibile, tenuto conto della complessità dell’inchiesta ed anche della situazione in cui ci troviamo a lavorare. Più di così non possiamo a fare”.