Bianchetti, in Ratzinger dolcezza e attenzione all’ascolto

(ANSA) – ROMA, 01 GEN – “La dolcezza, la tenerezza evocata
oggi anche da papa Francesco, e l’attenzione all’ascolto”: sono
le doti umane di Joseph Ratzinger che porterà sempre con sé
Lorena Bianchetti, conduttrice di A sua immagine su Rai1 e di
tanti eventi legati all’attività della chiesa, che ricorda il
suo rapporto speciale con il papa emerito, morto ieri all’età di
95 anni.
    “Ho potuto appurare di persona la sua dolcezza incredibile,
un aspetto che restituisce una verità totalmente in contrasto
con quella parte che ironizzava sul suo accento, sul ‘pastore
tedesco’: Ratzinger è stata una figura di altissima levatura
spirituale, ma anche di grande umanità, tenerezza,
disponibilità, capacità di ascolto verso l’interlocutore”,
sottolinea Bianchetti. “Anche nella confusione più totale,
quando ti parlava e guardava negli occhi, non era mai distratto
dal contesto, ti fissava e il suo sguardo era limpido,
trasparente”.
    Avendo condotto tantissimi eventi, Bianchetti ha avuto la
possibilità di “parlare con il papa, di poterlo salutare e
ringraziare: ogni volta dimostrava questa dolcezza e questa
attenzione. Ho avuto la possibilità di presentargli mio marito e
di prendere un tè con lui, nel monastero Mater Ecclesiae: fummo
subito a nostro agio, grazie al clima di semplicità e di
accoglienza. Era una persona straordinaria, ma non lo ostentava
mai”. L’ultima volta in cui ha visto Benedetto XVI, Bianchetti
conduceva l’evento in piazza San Pietro dedicato ai nonni: “Era
presieduto da papa Francesco che aveva invitato il papa emerito:
vedere quelle due figure vestite di bianco fu un momento di
forte emozione, suggeriva il senso di un evento storico ma
insieme un clima di grande familiarità, di una chiesa
collaborativa”.
    Quell’11 dicembre 2013, quando Ratzinger annunciò le
dimissioni, Bianchetti stava tornando da un viaggio a
Gerusalemme: “All’inizio non capivo, rimasi scioccata: poi,
piano piano, ho letto la forza, la statura morale di quel gesto
con cui Benedetto XVI non abbandonava la croce, ma metteva al
centro la chiesa. Un atto di umiltà, lucidità e servizio, un
grandissimo insegnamento, un impegno che ha rispettato nel
silenzio in questi ultimi anni”. (ANSA).
   


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