ZERO SU TRE. Bologna sconfitto per due volte quando era al completo. E sconfitto pure in casa della Samp, dopo aver cambiato volto. Classifica da brividi, ma nessun dramma: si sapeva che quella di fare largo ai giovani, nella stagione del ritorno in serie A, si sarebbe rivelata una scelta tanto coraggiosa quanto rischiosa.
Ha vinto la Samp, grazie all’uno-due di Eder e Soriano: finché può, Ferrero se li gode…
Il Bologna ha giocato una bella partita, è in netto progresso rispetto a quindici giorni fa, ma non è, né potrebbe ancora esserlo, una squadra matura. Per diventarlo gli serve un pacchetto difensivo che impari a reggere anche l’urto dei grandi giocatori e un attacco che produca più di quel palo che (10’ del primo tempo) ha colpito Brienza su punizione.
Destro non pervenuto. Ed è già un problema, perché il potenziale offensivo di Rossi si riduce a poca cosa, senza il contributo tangibile del suo bomber più qualificato. Il Bologna ha perso, sbattuto al tappeto nella ripresa dai pugni di Eder e Soriano: come dire che le bocche da fuoco della Samp hanno funzionato, mentre quelle del Bologna hanno fatto cilecca.
O meglio: il Bologna inizia a prendere forma, tanto che nel primo tempo ha dominato la Samp, obbligandola a starsene nella sua metà campo con gli scudi alzati per ripararsi dalla pioggia di frecce che, a turno, venivano scagliate da tutti i ragazzini del Bologna. Un problema: non erano frecce incendiarie e neppure avvelenate come quelle che stavano nel feretro della Samp e che, esaurita la sfuriata rossoblù, le sono servite per assicurarsi i tre punti.
QUELLI del Bologna sono giovani e vanno capiti, vanno aspettati e mai messi in croce. Però c’è un limite alla beata gioventù. E Rizzo, che era entrato al posto di Giaccherini, lo ha superato quando (28’ della ripresa) si è beccato la seconda sciocca ammonizione e ha lasciato i compagni in dieci a combattere contro una Samp che, fino a quel momento, di accamparsi nella metà campo avversaria non era proprio in grado di farlo e forse neppure di pensarlo. Il Bologna di Rossi è in crescita, è capace di essere anche divertente e di mettere in serio imbarazzo un avversario più forte di lui qual è oggi la Samp. Ma di giocare con un uomo in meno contro Eder, Soriano e Muriel no, non se lo può proprio permettere.
Per questo va in onda il grande paradosso: la squadra che promette bene, che ha il futuro in tasca e che promette di essere un concentrato di talento, è già costretta a giocare una stagione di retroguardia, quindi ad addossarsi tutti i problemi e le tensioni che i giovani reggono meno dei veterani.
CI SARÀ da discutere ancora sui cambi di Rossi e, se va avanti così, anche del suo destino. Ma questa volta i suoi cambi (discutibile quello di Donsah) non c’entrano con la sconfitta. La partita è cambiata quando il Bologna è rimasto in 10.
Una partita nella partita anche in tribuna. C’erano, a poca distanza l’uno dall’altro, Luca Saputo (primogenito di Joey) e Joe Tacopina. Fenucci e Caliceti hanno fatto da cordone di sicurezza. Joe se n’è andato senza aprir bocca. Ma non è l’unico ad essere stato ammutolito dalla terza sconfitta consecutiva del Bologna.