Bologna, duplice omicidio in Bolognina: il 29 settembre l’incidente probatorio sui reperti

Il quartiere della Bolognina torna sotto i riflettori giudiziari per l’indagine sul duplice omicidio che tre mesi fa ha scosso la città. Questa mattina, nell’aula del gip Claudio Paris, è stato ufficializzato l’incarico al biologo Alessio Guglielmi, della Polizia Scientifica lombarda, che sarà chiamato a ricostruire – attraverso esami genetici – i tasselli forse decisivi di quella notte di sangue del 2 giugno, quando vennero ritrovati senza vita Luca Gombi e Luca Monaldi in un appartamento affacciato su piazza dell’Unità.

Al centro delle analisi: oggetti e tracce biologiche

Il perito lavorerà su una vasta gamma di reperti: indumenti, coltelli, altri oggetti recuperati dentro l’abitazione e i campioni biologici collegati alle vittime. Tutto dovrà essere confrontato con i profili genetici di Gombi, Monaldi e di Gennaro Maffia, il 48enne campano unico indagato nell’inchiesta. Arrestato a Barcellona poche ore dopo il delitto in esecuzione di un mandato europeo, Maffia continua a proclamarsi estraneo alle accuse, ribadendo di non avere avuto alcun ruolo nell’uccisione dei due coinquilini.

Un confronto tra accusa e difesa

Al lavoro del consulente nominato oggi si affiancheranno i tecnici di entrambe le parti: da un lato il pubblico ministero Tommaso Pierini, dall’altro la difesa guidata dall’avvocato Giampaolo Cristofori. Tutto confluirà nell’incidente probatorio fissato per lunedì 29 settembre. Sarà quello il momento in cui si poseranno le basi scientifiche del processo futuro.

Il calendario prevede due mesi di tempo per completare gli approfondimenti di laboratorio. Il 16 gennaio i risultati saranno discussi davanti al giudice, in un’udienza che potrebbe segnare uno spartiacque decisivo nel percorso giudiziario del caso.

Un’inchiesta appesa al responso scientifico

In un contesto così intricato, tra accuse respinte e ferite ancora aperte nella comunità bolognese, l’attesa ora si concentra sul lavoro dei laboratori. Non ci sono certezze, ma un dato è chiaro: la prossima tappa dell’indagine non sarà fatta di emozioni o ipotesi, bensì di numeri, sequenze genetiche e referti tecnici. Ed è proprio da lì che passerà gran parte della verità su ciò che accadde in quell’appartamento la notte del 2 giugno.