Proprio quando le speranze di un accordo sulla Brexit sembravano ridotte ai minimi termini, i negoziati tra Londra e Bruxelles sono arrivati a una svolta, con una nuova intesa, approvata dai 27 nel primo giorno di Consiglio europeo.
Ad annunciare la fumata bianca sono stati il premier britannico Boris Johnson e il presidente uscente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.
Ottenuto il via libera dai leader della UE, il testo ora deve passare attraverso il processo di ratifica alla Camera dei Comuni britannica nel fine settimana, dove il precedente testo concordato tra Londra e Bruxelles è stato rigettato già tre volte.
Se Londrà darà semaforo verde, il sigillo finale sarà apposto dagli ambasciatori dell’Unione europea domenica e dal Parlamento europeo durante la sessione plenaria della prossima settimana a Strasburgo.
Fonti parlamentari hanno riferito all’agenzia Efe che il Parlamento europeo potrebbe votare sull’accordo già mercoledì prossimo, dopo la revisione della commissione per gli Affari Costituzionali; tuttavia, il Parlamento europeo non procederà alla votazione se la Camera dei Comuni non dovesse ratificare l’accordo durante la seduta straordinaria dei Commons del 19 ottobre. Juncker lo ha detto chiaramente: non sarà concessa un’ulteriore estensione dei termini per la Brexit.
Cosa prevede l’accordo
Il testo è disponibile qui. Formalmente l’Irlanda del Nord sarà nell’unione doganale con il Regno Unito, ma di fatto per almeno dieci anni (due anni del periodo di transizione più altri otto) sarà parte del mercato unico europeo. “Sarà un punto di entrata nel nostro mercato” fino alla fine del 2020.
Ecco i punti principali dell’accordo:
- Non ci sarà un confine “rigido” tra le due Irlande;
- L’Irlanda del Nord sarà allineata ad alcune regole commerciali europee. Le autorità britanniche supervisioneranno le regole doganali che verranno applicate;
- L’Irlanda del Nord rimarrà nell’unione doganale britannica ma sarà un punto di accesso al mercato comune UE. Le autorità britanniche potranno applicare tariffe alle merci se queste non faranno poi ingresso nel mercato comune;
- Fra quattro anni, i rappresentanti nordirlandesi potranno decidere a maggioranza semplice se continuare ad applicare le regole europee o meno.
No del partito Unionista Nordirlandese e di Jeremy Corbyn
In mattinata era arrivata la brusca frenata del partito Unionista nordirlandese, che in un comunicato ha spiegato di non poter sostenere l’accordo così com’è ora.
I dubbi sono legati al regime doganale e alla mancanza di chiarezza sull’iva. In base alla bozza d’accordo Belfast rimarrebbe di fatto agganciata all’unione doganale e alle norme del mercato unico europeo per una decade, con repubblicani e cattolici che ogni quattro anni potranno dire la loro sullo status quo. Euronews