UN MAROCCHINO di 30 anni si è salvato dopo essere precipitato da un’altezza di quasi 20 metri. Ora il giovane straniero è ricoverato al Sant’Orsola e non è in pericolo di vita: nella caduta ha riportato la frattura del femore destro ma ha diverse lesioni d’arma da taglio al volto e alle braccia, conseguenti alla rissa che ha preceduto la caduta. Il ferito è infatti volato giù per sei piani dalla finestra di un appartamento di un condominio Acer al civico 30 di via del Lavoro, zona San Donato. Non è chiaro se si sia lanciato per sfuggire ai fendenti dei rivali o sia stato gettato intenzionalmente. Solo il protagonista dell’incredibile episodio potrà spiegarlo ai carabinieri che dall’alba di ieri stanno indagando per ricostruire l’accaduto.
IL TRENTENNE deve probabilmente la vita all’Audi A3 di un bolognese di 42 anni, residente nello stesso complesso, che aveva parcheggiato la propria vettura sul retro del palazzo, in via Vezza. Il ferito è piombato sul cofano della macchina, anziché sull’asfalto, e questo ha attutito l’urto. Le macchie di sangue sul muro esterno, attorno alla finestra della stanza da letto dell’abitazione, suggeriscono che il giovane, sedicente senza fissa dimora, potrebbe essere rimasto appeso per qualche istante al davanzale prima di cadere. L’allarme alla centrale del 112 è scattato alle 4.30, quando più persone hanno udito litigare in arabo e poi delle grida.
«VERSO le 4.15 ero sveglia è ho sentito delle urla disperate: ‘aiuto, aiuto’ — racconta una signora residente nel palazzo di fronte —. Sono andata alla finestra e ho visto due giovani che scappavano correndo lungo il muro del condominio verso l’interno del cortile». I due fuggitivi potrebbero essere gli altri partecipanti alla furibonda lite divampata nell’alloggio popolare. Sul posto, oltre al 118, sono intervenuti i militari del radiomobile, della stazione Arcoveggio, del nucleo operativo della compagnia Bologna Centro e del reparto operativo per i rilievi scientifici. Il piccolo appartamento, di fatto un bilocale, presentava evidenti segni di colluttazione e macchie di sangue. I militari hanno sequestrato un coltello sporco che però pare non essere l’arma che ha ferito il trentenne. Altre chiazze punteggiano le scale fino al piano terra e ciò potrebbe significare che almeno uno degli ignoti contendenti è a sua volta ferito.
Ieri per tutto il giorno i carabinieri, coordinati dal pm Morena Plazzi, hanno sentito testimoni e compiuto accertamenti. Il titolare del contratto d’affitto è in carcere: si tratta di Vincenzo De Turris, disabile di 51 anni condannato di recente in primo grado a 5 anni per violenza sessuale su una 18enne tedesca stordita dall’hashish.
«Anche se lui è in galera — protestano i residenti — in quell’appartamento c’è un gran via vai di gente e nel cortile condominiale vengono spesso gli spacciatori a nascondere la droga».