
(ANSA) – ROMA, 03 DIC – “Mi fa piacere che finalmente se ne
siano accorti anche gli altri. La prima indagine su questo
argomento risale addirittura a quattro anni fa. Ricerca che
abbiamo riproposto di recente con FifPro: i top player giocano
più di 70 partite all’anno, di cui 50 con meno di quattro giorni
di recupero. È fuori dubbio che non si possa continuare così”.
Così il presidente dell’Aic, Umberto Calcagno, torna sul tema
dei calendari del calcio troppo fitti.
“Tutti siamo consci del fatto che il valore aggiunto a
livello economico possono darlo solo alcuni tipi di competizioni
– prosegue Calcagno, parlando a Radio Punto Nuovo -. Ma non
dobbiamo rincorrere i grandi eventi e, soprattutto, bisogna
distribuire le risorse in maniera più equa, per evitare
eccessive concentrazioni di ricchezza. Va tenuto in debito conto
il merito sportivo, salvaguardando le competizioni nazionali”.
“Noi ci muoveremo per trovare le giuste soluzioni: ad inizio
campionato scorso abbiamo chiesto, ad esempio, che venissero
allungate le rose di Serie A, aggiungendo tre unità in più, come
fatto dalla Uefa per l’Europeo – afferma ancora il n.1 dell’Aic
-. Purtroppo c’è stata chiusura da parte della Lega. Il nuovo
presidente della Fifpro avrà presto incontri sull’argomento,
verranno istituiti dei tavoli di lavoro per discuterne. C’è
finalmente la percezione di ciò che sta accadendo – ha concluso
Calcagno -: sono convinto che le partite diminuiranno, purtroppo
non nel brevissimo periodo, visti gli impegni contrattuali in
essere legati ai diritti tv delle competizioni”. (ANSA).
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