Renzo Ulivieri, presidente degli allenatori, che ne dice dell’Italia di Bruxelles?
«Non male, a parte il risultato, ha giocato una partita discreta».
Quel calo nella ripresa non è stato troppo netto? Il Belgio non si è dimostrata superiore, per classe, nei confronti degli azzurri?
«Il calo, dunque. Noi italiani nelle amichevoli siamo da sempre un po’ così, facciamo fatica a starci con la testa per novanta minuti, non è stata una novità, via, succede spesso. Metterei l’accento, invece, sul buon gioco del primo tempo, si è visto che dietro c’è una programmazione. I lavori, nei raduni di CovercianSet featured imageo, sono ancora in corso, ma l’impostazione data da Conte è quella giusta. Ci credo, e non solo per dovere istituzionale, diciamo così».
Ma il Belgio ha fatto vedere di avere più talento, nella ripresa, quando ha cambiato passo.
«Vero, ma dipende sempre dai momenti storici, nel calcio. Prendiamo l’Olanda: grande scuola, grande tradizione calcistica, seconda e terza negli ultimi due mondiali, ma ora soffre. Che poi il livello generale si sia livellato, basti pensare all’Islanda, è evidente».
Certo che ha fatto effetto sentire Conte invidiare, alla vigilia, il modello belga, quando nella storia della sport era più facile invidiare al Belgio Merckx o i campioni del ciclismo, non del calcio, da parte di un ct italiano. Detto questo, è la realtà.
«Non è un problema di scuole calcio, perché anche noi ne abbiamo e funzionano, con bravi allenatori. La questione, se si guarda ai ragazzi, è più generale, di organizzazione di vita».
Ci spieghi.
«Sono informato, perché per il mio lavoro e per il mio ruolo vado spesso all’estero, vedo quello che fanno, come vivono lo sport i giovani negli altri paesi. Ora voglio dire una cosa che farà arrabbiare molte persone, ma pazienza: nelle nostre scuole elementari i bambini passano troppo tempo in aula e sui compiti a casa, e hanno meno ore a disposizione per giocare».
Attenzione, non si può far passare il messaggio che bisogna studiare di meno.
«Non voglio dire questo, è chiaro, come è altrettanto evidente che l’avviamento allo sport, e nel nostro caso il calcio, è insufficiente nel sistema scolastico italiano. Ai bambini deve essere garantito anche il diritto fondamentale al gioco, come ore a disposizione. E nel calcio, per venire a noi, più palloni tocchi e meglio sei destinato a giocare. E limitare l’uso dei telefonini, per combattere la sedentarietà giovanile, che è un problema sociale».
Perché, i ragazzini belgi stanno più ore, rispetto ai nostri, sul campo da calcio?
«Prima di tutto, nel confronto, è un problema di quantità, più che di qualità, nell’addestramento al calcio, ne sono convinto».
Come associazione allenatori state per fare qualcosa?
«Proprio domani lanciamo un nostro progetto nelle scuole elementari, perché è da lì che bisogna cominciare, per far conoscere e promuovere il calcio femminile».
Discorso lungo e interessante, Ulivieri. Ma qui bisogna tornare a Conte. C’è da aver fiducia per gli i prossimi Europei?
«Li vedo al lavoro, a Coverciano, il ct , con il suo staff, e i giocatori. Mi piace come si allenano, come stanno insieme, c’è entusiasmo., attaccamento. E i valori tecnici sono buoni. Sì, il programma di Conte mi dà fiducia, per gli Europei. La nazionale, a parte il risultato ma non la prova della prima ora con il Belgio, è in crescita».
Veniamo al campionato. Via Delio Rossi, Iachini, Zenga. Che ne dice, il capo degli allenatori?
«Come rappresentante e sindacalista del settore, non mi resterebbe che ringraziare i presidenti. Grazie alla loro facilità di esonero, i posti di lavoro per gli allenatori, nell’arco di un campionato, da venti diventano trentadue se non di più».
Allora uno, dieci, cento Zamparini. Ma non c’è solo questo.
«E’ chiaro, ne va di mezzo la dignità del lavoro di un tecnico. Prendiamo Iachini: che cosa avrebbe dovuto, di grazia, di più?».
Quando è il caso di cambiare un allenatore?
«Quando non ha più in mano la squadra, quando non è più ascoltato dai giocatori, questo sì».
Paulo Sousa e Sarri, l’altra faccia della medaglia, quella scintillante.
«Paulo Sousa e la Fiorentina sono la grande novità del campionato. Paulo è uno studioso, mi piace come pensa calcio, come fa muovere la squadra. Mi ricorda un po’ anche il mio Bologna, per come gioca la Fiorentina, anche se in modo diverso, perché io avevo Andersson e lui Kalinic, e mi fa piacere».
Sarri l’antidivo, il provinciale, dicevano, quello che non è da grande squadra…
«O piglia, come si dice dalle mie parti. Maurizio è stato bravissimo, geniale, quando ha risposto in punta di ironia toscana, con eleganza, senza alzare la voce, alle critiche di Maradona. Come gli ha detto: ‘Mi lusinga che Maradona parli di me, non me lo sarei mai immaginato, uno come lui può dire quello che vuole’. Grande, ha conquistato i napoletani».
E Maradona gli ha chiesto perfino scusa, ammettendo l’errore.
«Appunto. Bravo Sarri».
Inter, Roma?
«Quando vinci così tante volte uno a zero, non è più un caso, ma un metodo. Sparagnino, non esaltante per gioco, ma efficace. E la Roma è una corazzata».
Un bel campionato, no?
«Molto, per equilibrio, spettacolo, sotto l’aspetto tecnico e tattico stiamo vedendo cose molto buone. E non solo in alto, anzi».
Vale a dire?
«Viva l’Udinese che mette sotto il Napoli nell’ultima mezz’ora e viva l’Atalanta che ha giocato da Milan a San Siro contro i rossoneri. Due esempi di un cambiamento di mentalità che va percepito».
Allora ha fatto bene Berlusconi a complimentarsi con Reja. Ulivieri d’accordo con Berlusconi sarebbe una notizia.
«Infatti non sono d’accordo, da presidente mi sarei recato nello spogliatoio della mia squadra, a fine gara, dal mio allenatore, non dall’altro. Niente notizia, mi dispiace».
Chiudiamo con le vicende federali. L’associazione allenatori non voleva Tavecchio, non lo ha votato.
«Diciamo che in questa fase siamo neutrali. Aperti a varie soluzioni e a confrontarci con i programmi delle altre componenti del calcio. E’ un momento non facile. Per la presidenza federale, nei tempi giusti, potremmo proporre anche un nostro candidato, non lo escludo, ma un nome non c’è. Non ancora».
Resto del Carlino