Capitani coraggiosi (l’editoriale di David Oddone)

Mentre la Dc esulta per le elezioni polacche, capaci secondo Via delle Scalette persino di “influire – parola di Venturini e soci – sugli equilibri dello scacchiere politico internazionale”, chiude la centrale del latte.

Mentre si susseguono comunicati stampa sulla riunione o sulla “non riunione” socialista, veniamo a sapere che sono ben 200 le persone che si rivolgono alla Caritas in Repubblica.

Mentre insomma la politica appare in tutte altre faccende affaccendata, sul Titano – fonte sempre la Caritas locale – a pesare sono soprattutto la difficoltà nel trovare lavoro, insieme alle bollette e agli affitti. E 10 nuove famiglie hanno chiesto aiuto all’associazione dall’inizio dell’anno.

L’impressione è quella che si siano perse di vista le priorità.

Evidentemente chi ha le redini del Paese non si rende conto di quello che avviene fuori da Palazzo.

Un vizio che dopo tanti anni di governo prendono un po’ tutti. E c’è purtroppo una sola cura comprensibile da chi smarrisce il contatto con la realtà.

Ed è riportarli coi piedi per terra. L’occasione tangibile sarà il momento elettorale, durante il quale c’è chi si renderà conto degli errori fatti in questi anni, delle parole non mantenute e delle opportunità sprecate.

La chiusura della centrale del latte rappresenta un pezzo di identità sammarinese che se ne va. La questione è sul tavolo da parecchio. Eppure ci si è occupati di rotonde e autovelox.

Le famiglie fanno fatica a mantenere un tetto sulla testa? Meglio parlare di Unione Europea. Come se questa fosse la panacea di tutti i mali e sopperisse alle lacune della classe dirigente nostrana. Magari fosse così!

Resto dell’idea che in un momento talmente difficile e drammatico si debba cercare la massima condivisione possibile all’interno del Consiglio Grande e Generale.

E gettare le basi per una futura maggioranza coesa e che possa realmente realizzare le riforme promesse e mai attuate.

Davanti ci attendono anni non semplici. La congiuntura mondiale non aiuta, con venti di guerra che spirano sempre più forte.

È qui che dovrebbero entrare in gioco i “Capitani coraggiosi”, che come i protagonisti nell’opera di Kipling, sanno ispirare un soffio di speranza nelle vele, persino quando il corso delle decisioni è incerto e l’ancora della paura è un peso ineludibile.

Chi non è all’altezza del compito, quella nave dovrebbe immediatamente abbandonarla.

 

David Oddone

(La Serenissima)