Carceri: sindacati, troppe aggressioni a Reggio Emilia

(ANSA) – REGGIO EMILIA, 01 OTT – “Il carcere di Reggio Emilia
è il peggiore della regione”. A dirlo sono il segretario
generale aggiunto e il segretario nazionale del Sappe – il
sindacato autonomo di polizia penitenziaria – Giovanni Battista
Durante e Francesco Campobasso che a supporto forniscono “cifre
preoccupanti”.
    Nel primo semestre 2020 nella casa circondariale reggiana ‘La
Pulce’ – davanti alla quale stamattina si è tenuto un sit-in di
protesta dei sindacati (presenti anche Osapp, Uilpa, Sinappe,
Fns Cisl, Cgil e Uspp) per denunciare le “gravi condizioni in
cui versa” – si sono verificate cento aggressioni al personale o
tra detenuti, il numero più alto tra tutte le carceri
dell’Emilia-Romagna, oltre a 76 atti di autolesionismo in cella
e 16 tentati suicidi.
    Su 4.000 aggressioni a livello nazionale, ben 400 si
distribuiscono negli istituti della regione. Tutto ciò per i
sindacati “è causato dalla mancanza di sicurezza all’interno
degli istituti penitenziari, dall’assenza di una sala regia per
monitorare la sorveglianza fino a dispositivi di protezione
obsoleti quali caschi, manganelli e giubbotti anti-proiettile”.
    Nove i punti redatti nel documento inviato anche al Ministro
della Giustizia Alfonso Bonafede e al capo dipartimento Bernardo
Petralia a cui chiedono “la rimozione del comandante del carcere
di Reggio Emilia, Rosa Cucco”, che a detta loro “non è in grado
di farsi carico delle problematiche”. Inoltre viene chiesta la “revisione delle piante organiche, mancando 50 unità fra agenti,
pedagogisti e psichiatri di riabilitazione dopo il superamento
degli ex Opg costringendo gli operatori a fare anche da
educatori e turni estenuanti di 8 ore quando il contratto ne
prevede 6”. Infine le carenze strutturali: “Gli alloggi degli
agenti, caserma, palestra, mensa e bar sono spesso allagati per
infiltrazioni d’acqua piovana”. (ANSA).
   


Fonte originale: Leggi ora la fonte