CARLO D’INGHILTERRA OSPITE A ROMA, ACCOLTO DAL PRESIDENTE DELLA CAMERA, LANCIA UN MONITO A FAVORE DELLA SALVAGUARDSIA DELL’AMBIENTE

Colloquio di circa trenta minuti tra il principe Carlo d’Inghilterra e il presidente della Camera, Gianfranco Fini, nella sala gialla di Montecitorio. L’erede al trono d’Inghilterra è giunto alla Camera accompagnato dalla consorte Camilla. La coppia reale è stata ricevuta dalla terza carica dello Stato che ha anche introdotto il discorso sui cambiamenti climatici che il principe Carlo ha tenuto nella sala della Lupa.

 

“L’unico vero modo per uscire dalla crisi economica che ha colpito tutto il mondo è rispettare l’uomo e dare vita a leggi compatibili con la qualità ambientale. Non ci sarà sviluppo duraturo se non compatibile con la qualità ambientale”, ha detto Gianfranco Fini. Il presidente della Camera ha salutato Carlo “con sincera simpatia e amicizia per il popolo inglese”, sottolineato l’impegno del principe “per la qualità della vita” e esortato: “Occorre ricreare armonia tra nostra qualità della vita e il mondo generale”.

 

Il presidente della Camera, poi, ricorda l’impegno di Silvio Berlusconi “di mettere la questione” ambientale “al centro del G8 che si svolgerà tra pochi mesi in Abruzzo”. Fini parla di cultura ambientale e osserva: “E’ un termine a volte foriero di malintesi. Bisogna spiegarlo in tutti suoi aspetti: cultura ambientale vuol dire anche riqualificazione urbana, tutela del patrimonio architettonico, rispetto delle città in cui viviamo”.

 

E proprio sull’Abruzzo ha aperto il suo discorso il principe Carlo. I titoli dei giornali britannici sono “dominati dal terribile terremoto”, ha detto. “I nostri cuori erano con voi mentre vi accingevate ad affrontare in tutta la loro dimensione sofferenze umane e distruzione. Le popolazioni de L’Aquila e dei paesi vicini continuano ad essere presenti nei nostri pensieri e nelle nostre preghiere”.

 

IL DISCORSO SULL’AMBIENTE

 “Non è esagerato affermare che ci troviamo in un momento significativo della storia: entro la fine di quest’anno la famiglia delle nazioni del mondo dovrà concertare un modo per arrestare, o piuttosto invertire, la crescita delle emissioni di Co2″. ha detto il principe Carlo d’Inghilterra nella conferenza sui cambiamenti climatici tenuta nella Sala della Lupa di Montecitorio.

 

Il principe ha aggiunto: “All’innalzamento del livello dei mari e al degrado delle acque dolci si sommeranno gli effetti di fenomeni climatici estremi, che apporteranno danni ai territori e avranno un impatto negativo sulle coltivazioni. Chiedetevi quali effetti tutto ciò avrà sul movimento delle popolazioni, considerando soprattutto il ritmo a cui si sta espandendo la popolazione umana. Potrebbero esserci centinaia di milioni di profughi ambientali, che cercheranno di fuggire da queste nuove, spaventose situazioni”.

 

Perciò “c’è la necessità di un accordo sui cambiamenti climatici, che sia davvero globale, basato sulla fiducia ed equo. Per questo ci occorrono capacità di leadership e visione” e un ruolo decisivo lo hanno l’Unione europea e l’Italia, come Paese guida del G8 in questa fase.

 

Per Carlo d’Inghilterra, “mentre aumentano i dati scientifici che ci dicono come sia urgente intervenire, è veramente necessaria una leadership esaltante, che dimostri come sia possibile ridurre le emissioni di gas serra” e lo sappia fare in modo da creare “occupazione e valorizzando la competitività e la sicurezza energetica. Ci saranno ovviamente delle scelte difficili da fare in particolare per le industrie ad alto consumo energetico, ma se vogliamo lasciare in eredità ai nostri figli un mondo che si possa abitare, allora dobbiamo agire subito”.

 

Secondo Carlo d’Inghilterra, “è questo il momento giusto per insistere sull’efficienza energetica, in modo tale che la ripresa, quando arriverà, sia sostenibile. Il mondo guarda ai governi, affinchè raggiungano un accordo e agiscano prima che sia troppo tardi. Io posso solo pregare, perchè riescano almeno ad accordarsi per combattere la deforestazione, poichè almeno un quinto dell’inquinamento provocato dal biossido di carbonio proviene dalle deforestazioni. La questione odierna, dunque, non è tanto se fermare o no la deforestazione, bensì come farlo”.

 

Trovare “i fondi per combattere la deforestazione richiederà nuove collaborazioni e nuovi meccanismi di finanziamento. È un enorme incoraggiamento il fatto che il governo italiano abbia dimostrato una volontà esemplare di assumere la leadership in questo complicato dibattito. Sono stato favorevolmente colpito dall’offerta del primo ministro Berlusconi di considerare le opzioni per arrestare la deforestazione durante il G8 di quest’anno. Resto in ansiosa attesa di apprendere i progressi in questo senso”.

 

Mentre il mondo si accinge “ad intraprendere questo nuovo corso – ha concluso Carlo d’Inghilterra – mi auguro che Regno Unito e Italia possano incrociare di nuovo le loro storie con l’obiettivo comune di allontanare il mondo dal disastro e portarlo verso un futuro equo, sicuro e sostenibile. Se non lo faremo, allora una autentica sostenibilità non sarà che una vuota e futile chimera e i nostri nipoti non potranno mai e poi mai perdonarci”.

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