La presenza della mafia sul Titano risale agli anni ’90. Ma fino a un paio di anni fa la piccola Repubblica ha sofferto di una “diffusa sottovalutazione dei fenomeni”, caratterizzandosi per “lacune gravissime”, quali “ingenuità, leggerezze, scarsa professionalità, inefficienze dovute a scelte di metodo”, il che si è tradotto in un “controllo leggero”. Questo è il quadro che ha permesso alla criminalità organizzata di infiltrarsi a San Marino, dipinto dalla relazione del segretario di Stato per la Giustizia, Augusto Casali, letta in Aula nella sessione consigliare di questa mattinata. Una nuova fase si è però aperta dal 2008, con l’avvio del processo di trasparenza e l’adozione di standard internazionali contro il riciclaggio. E, anche grazie a questo, il governo è diventato più consapevole della presenza del fenomeno sul territorio, sentendo “la necessità di fotografare lo stato delle cose” e avviando un lavoro di raccolta dati, con la collaborazione delle forse dell’ordine, del Tribunale, degli uffici preposti alla vigilanza delle attività economiche e a Banca centrale.
“Oggi il governo dispone di materiale esplicito che prima di ora né questo governo né altri avevano mai avuto”, spiega Casali. E proprio alla luce di queste nuove informazioni è possibile ammettere che “il nostro sistema è palesamente impreparato a contrastare sul piano pratico il fenomeno della criminalità organizzata”.
A dimostrazione di ciò, il Guardasigilli cita un estratto della relazione prodotta da Valeria Pierfelici, magistrato dirigente del tribunale unico: “La gendarmeria non è stata in grado di accompagnare attività informativa e di monitoraggio con adeguati approfondimenti investigativi che consentissero di portare ad emergere fatti di reato”. La stessa relazione rivela la mancanza di circolazione di informazioni fra i tre corpi di polizia sammarinesi, tanto che due di loro “si sono occupati di indagini sullo stesso caso, all’insaputa l’uno dell’altro”.
A questo stato di cose, l’esecutivo ha risposto con una serie di proposte: in primis, la normativa, che presto sarà avviata all’iter consigliare, per l’istituzione di una “commissione consiliare permanente sul fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata”. Il congresso di Stato, spiega Casali, ha dato anche il via libera alla costituzione dell’osservatorio permanente sulla mafia che sarà operativo entro giugno. Tra i provvedimenti considerati urgenti il segretario di Stato per la Giustizia inserisce la riorganizzazione profonda dei corpi di polizia sammarinesi. E ancora, “non è fuori luogo- propone Casali- aprire il dibattito sulla esigenza di dare vita a una struttura dimensionata al territorio di intelligence”. Sono poi da affrontare l’adeguamento legislativo. Ma soprattutto, il rappresentante di governo assicura il massimo coinvolgimento di tutte le forze politiche del Consiglio grande e generale: perché “il problema della lotta alla criminalità organizzata è di tutti, non solo di una parte. La politica deve essere posta nelle condizioni di sapere per poter capire come intervenire”. Di qui l’auspicio che la proposta per l’istituzione di una commissione antimafia proceda celermente, anche attraverso l’iter d’urgenza.
Fonte: Dire