Ha detto l’assessore regione Marche Stefano Aguzzi: “Ecco la dimostrazione lampante di chi vuole la discarica e di chi si oppone ad essa. Il Pd l’ha creata, voluta e votata con i suoi rappresentanti all’interno del cda di Marche multiservizi mentre la Regione ha fatto il suo dovere dicendo che non ci sono le distanze di 2000 metri dall’abitato per creare una discarica per rifiuti speciali chiarendo inoltre che lo stato dei luoghi non lo consente. Ora ci vediamo chiamati in causa dall’avvocatessa Antonella Storoni per conto di Aurora srl per annullare un accertamento doveroso da parte dei nostri uffici territoriali. Quindi siamo solo noi ad opporci. Dico a questi signori che ci trascinano davanti al Tar che non potranno mai cambiare le carte in tavola. Quella discarica non si farà e la Provincia di Pesaro e Urbino dovrà uscire prima o poi dal limbo. Perché , sarà bene ricordarlo, la mancata approvazione del piano d’ambito dei rifiuti ha permesso a Marche Multiservizi, che ha già speso 3 milioni in Aurora srl senza nessuna certezza sulla realizzazione della discarica, di poter accogliere rifiuti industriali da mezza Italia andando a saturare molto prima del tempo stabilito sia Ca Lucio a Urbino sia Ca Asprete a Tavullia. Poteva accogliere al massimo il 50 per cento degli urbani, ha superato spesso anche il 150 per cento, dal 2015. Ha fatto ciò che voleva e quando ci siamo accorti che venivano classificati urbani dei rifiuti che non lo erano, ab biamo inviato la polizia provinciale a controllare ed hanno stabilito che di urbano, eccetto l’apparenza delle carte, non c’era niente. Erano rifiuti speciali industriali. Ecco ciò che è successo in provincia di Pesaro e Urbino: abbiamo due discariche che sono state dedicate in buona parte a ricevere rifiuti dalle fabbriche del nord e quando si stavano esaurendo, ecco che Marche multiservizi ha cercato di aprire un’altra discarica per i rifiuti industriali dicendo che serviva per la nostra provincia. Non è per niente vero. Tra l’altro, parlando con degli imprenditori locali, mi dicevano che smaltivano fuori provincia perché costa meno. Se manca una programmazione, vale la legge del più forte, di chi ha i soldi. Ma non sempre funziona così. Con Riceci la porta è sbarrata anche se cercheranno di prenderla a spallate. Quella discarica che intendevano fare non serve proprio a nessuno, se non agli utili, al business di Marche multiservizi che, vorrei ricordarlo, è formata dai soci pubblici per oltre il 52 per cento e poi da Hera. Dov’è finita l’attenzione all’ambiente e ai cittadini, chi risponde delle scelte sbagliate di questa azienda che ha cercato di forzare la normativa quando invece è molto chiara e indica, nel caso volessero leggerla, che cosa potrebbe ricevere una discarica urbana. Abbiamo fatto l’elenco e non c’è nulla di quello che volevano portarci loro. Dico al sindaco di Pesaro e al presidente della Provincia: lo sapete che il cda di Mms, con i vostri rappresentanti, è dietro a questo ricorso al Tar per spianare la strada alla discarica?” Fonte: Il Resto del Carlino
